Ruggine

Insieme di ossidi di ferro che si producono mettendo a contatto il ferro
con l’aria. La ruggine è il segno evidente di un processo di
degradazione del ferro in quanto la superficie diventa prima di un
colore marroncino, quindi comincia a prodursi un lieve polverino e, man
mano che il processo avanza, si formano scaglie sempre più grosse fino
alla totale perforazione e distruzione del metallo. La ruggine va
evitata in qualsiasi manufatto di ferro: ciò si ottiene applicando degli
“antiruggine”. Quando una parte di ferro è stata già aggredita dalla
ruggine, si può intervenire efficacemente usando particolari composti
detti “convertitori”. In ogni caso la ruggine deve sempre essere (prima
di qualsiasi trattamento) asportata completamente per mezzo di spazzole
di ferro, tele e carte smeriglio. Il metallo, una volta ripulito, deve
anche essere lavato con benzina o solvente in modo da asportare
totalmente il polverino di ruggine che può esservi rimasto. Poi si può
passare all’applicazione di prodotti antiruggine.
• Convertitore: liquido speciale in grado di
“convertire” la ruggine in un composto protettivo contro ulteriori
ossidazioni. La ruggine deve essere spazzolata in modo da asportare le
scaglie più grosse ed il convertitore va applicato a pennello in uno
strato continuo, versando in un contenitore la quantità di prodotto che
si prevede di usare. L’eventuale rimanenza non va reimmessa nel
contenitore originale, perché le inevitabili tracce di ruggine
innescherebbero il processo di conversione e renderebbero inutilizzabile
tutto il liquido. Il convertitore si lascia asciugare da 24 a 48 ore
(leggere bene le istruzioni), poi si stende lo smalto di finitura.