Loro che sono l’oro

Tratto da “Far da sé n.478 – Novembre 2017″

Autore: Nicla de Carolis

Questo il titolo di un piccolo grande libro, elogio degli alberi, scritto dal noto designer Michele De Lucchi che conosce bene e ama gli alberi e il legno che per lui rappresentano simbolicamente il legame dell’uomo con la natura e dice: “Loro sono esseri strani. Si spogliano d’inverno quando fa freddo e si vestono d’estate quando fa caldo. Rimangono fermi e immobili tutta la vita e si muovono, si contorcono, si aprono e si chiudono quando non hanno più la linfa che scorre nelle vene”.

Stando alle più recenti stime, 3,04 bilioni, circa 420 per ogni essere umano che abita il pianeta, è il numero di alberi presenti oggi sulla Terra e sono circa 15 miliardi, ogni anno, gli alberi che vengono abbattuti dall’uomo, di cui solo cinque miliardi vengono rimpiazzati. Visto che la perdita di alberi è dovuta principalmente alla raccolta di legname e alla riconversione dei terreni all’agricoltura, i numeri sono probabilmente destinati ad aumentare con la crescita della popolazione prevista per i prossimi decenni.

Ma veniamo al perché gli alberi sono ORO, particolarmente negli agglomerati urbani: contribuiscono a mitigare gli effetti negativi sul clima causati dall’uomo controbilanciando l’effetto serra tramite la produzione di ossigeno e l’assorbimento di CO2; contribuiscono alla depurazione batteriologica e al filtraggio delle polveri sottili; sono capaci di contenere l’aumento delle temperature nelle stagioni estive e riducono l’inquinamento acustico.

Gli alberi “sono ingegneri” perché, grazie alle loro radici, ci difendono dal dissesto idrogeologico. Infine hanno funzione estetica e paesaggistica nonché ricreativa, infatti i giardini e i parchi urbani migliorando notevolmente la qualità della vita in città generano effetti benefici anche sotto il profilo psicologico per i cittadini.

Senza contare quanto riescono a fare anche una volta abbattuti, sono i più grandi produttori di materia prima al mondo, sappiamo bene quanto sia prezioso questo umile materiale e quanti siano i suoi utilizzi indispensabili nella nostra vita e che durano per intere generazioni come scrive ancora De Lucchi: “Da grosse travi che sostengono i soffitti, i vecchi contadini li trasformavano in traversi per sostenere le scale, o gambe di tavoli e sedie, o sostegni dei pomodori o della vigna e poi, alla fine, quando troppo vecchi e fragili, diventavano ancora utili nel focolare per cuocere la minestra e riscaldare la cucina”.

E noi sappiamo bene che il legno rimane un materiale vivo anche quando è quel che rimane di un albero tagliato, un materiale capace di emozionare quando cambia colore e superficie con la sola azione del tempo e delle mani.

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