Come nasce una sedia chiavarina

I segreti della costruzione delle sedie chiavarine sono rimasti nelle mani di pochi costruttori artigianali che si tramandano la tradizione di padre in figlio. Le gambe sottili e la particolare impagliatura sono il loro certificato di garanzia

Come in una favola, si narra che il Marchese Rivarola abbia chiesto ad un falegname di Chiavari, tale Gaetano Descalzi detto “il Campanino”, di replicare fedelmente le sedie impero che aveva portato di ritorno da un viaggio in Francia. Correva l’anno 1807 e il giovane, ma capace ebanista ligure, non si limitò ad una semplice copiatura dello stile, ma elaborò la struttura di gambe e schienali semplificando le forme e alleggerendo al massimo la sedia. Ma grazie ad una geniale distribuzione del legno, guidata da sofisticati calcoli strutturali, i punti maggiormente sollecitati restarono massicci e robusti. Il risultato era una sedia chiavarina veramente leggera, ma indistruttibile. Il Campanino rivisitò anche la seduta creando un originale intreccio con strisce di salice palustre, oggi sostituito da corteccia di bambù. Chiavari divenne un polo di produzione della sedia chiavarina e nel 1855, alla morte del Campanino, il settore dava lavoro a circa 600 seggiolai. Oggi la produzione industriale ha soppiantato le botteghe, ma ci sono ancora alcuni artigiani di alto livello come i fratelli Levaggi, che portano avanti una produzione di sedie chiavarine di alto pregio conosciuta in tutto il mondo. 

sagomare il legno

  1. Partendo dalle dime originali conservate in laboratorio, si traccia il disegno su di una tavola curva di faggio, acero o ciliegio, essenze diffuse ampiamente sull’Appennino ligure alle spalle di Chiavari. Ogni pezzo è poi tagliato alla sega a nastro.
  2. Con un paziente lavoro di raspa e lima si asporta il legno “dove cresce”, per dirla con le parole degli artigiani liguri, sottintendendo che si tratta di un’operazione completamente manuale affidata all’esperienza dell’artista.
  3. Gli schienali armoniosamente curvati e le colonnine tornite che caratterizzano le sedie chiavarine sono il risultato di un paziente lavoro manuale che si affida solo a pochi e semplici strumenti di misura e a tanto “occhio”: ogni sedia è, a tutti gli effetti, un pezzo unico.

Come si realizza una sedia chiavarina

costruire una sedia chiavarina

  1. Il legname necessario, proveniente dal taglio eseguito nei giusti periodi, viene sgrossato e lasciato stagionare all’aperto per almeno quattro anni. Il tempo necessario per perdere umidità e acquisire la necessaria tenacità e resistenza al tarlo.
  2. Il lavoro di rifinitura è alleggerito dall’uso di levigatrici a tamburo di diverse dimensioni con le quali si arrotondano le volute delle parti curve e si aggiustano pazientemente gli incastri.
  3. Su veloci torni da legno prendono forma le sottili colonnine che formano gambe e schienale. Non ci sono copiatrici: tutto è affidato alle mani esperte che accarezzano il pezzo in rotazione mentre il ferro affilato gli dà forma.
  4. Dopo l’incisione dei punti fissi che assicurano la replicabilità delle forme, si procede con passate molto leggere fino a portare al giusto diametro il pezzo. Il controllo delle misure si esegue con un semplice calibro a compasso per esterni.
  5. Tutti i pezzi delle sedie chiavarine sono uniti ad incastro; non ci sono né chiodature né viti e la stabilità delle unioni è affidata a qualche pennellata di colla di pesce tenuta a bagnomaria.
  6. L’esecuzione dei fori è affidata alla mortasatrice; i pezzi sono inseriti in speciali supporti che permettono di sostenerli solidamente senza rovinarli mentre si eseguono le varie lavorazioni.
  7. La finezza dei particolari e la finitura veramente liscia sono il risultato dell’uso di ferri sempre taglienti che sono regolarmente affilati su pietre ad olio.
  8. Le serie di gambe tornite sono riposte in attesa di essere montate. La tornitura delle colonnine non ha solo un motivo estetico, ma serve a togliere il legno dove non serve, come all’estremità del piede, per arrivare al massimo della leggerezza senza perdere in resistenza meccanica.
  9. Si assemblano il frontale e lo schienale con colla di pesce e qualche colpo di mazzuolo allineando le gambe finché il collante è umido.
  10. Nessun particolare viene tralasciato per ottenere il miglior risultato: prima che l’incastro si asciughi si lavano via le gocce e i residui di colla rimasti attorno allo scalino con acqua e una vigorosa spazzolata.

Il laboratorio dei fratelli Levaggi

fratelli levaggi
I Levaggi sono una famiglia di artigiani che da più di cinquant’anni si dedica alla costruzione e allo sviluppo della sedia chiavarina salvaguardando la preziosa tradizione ebanistica di Chiavari che contava, negli anni ’50, almeno quindici laboratori specializzati nella costruzione di seggiole. La forza di questi artigiani-artisti è la volontà di non industrializzare la produzione, ma di continuare a costruire sedie a mano come le faceva il Campanino più di due secoli fa. www.levaggisedie.it

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