Stufe a pellet ad alto rendimento

I rendimenti termici che le case produttrici dichiarano si basano su una corretta gestione della stufa: il tipo di pellet e le modalità di approvvigionamento sono elementi da tenere in attenta considerazione per preservare i componenti interni delle stufe a pellet

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Perché installare una stufa a pellet per il riscaldamento della nostra casa? Molti possono essere i motivi, ma innanzi tutto questo sistema assicura un clima ottimale e di assoluto comfort in casa con un funzionamento facile per gli automatismi nell’accesione, nello spegnimento e nella gestione delle temperature; inoltre la stufa non necessita di essere caricata manualmente (riempiendo il serbatoio la stufa si autoalimenta da un minimo di una giornata a diversi giorni). La stufa a pellet brucia combustibile solido, dunque combustibile ecosostenibile e rinnovabile, garantendo un’altissima efficienza termica e nessun spreco di combustibile, ma è strutturata diversamente rispetto a una stufa a legna. La differenza più importante è che serve un collegamento elettrico per azionare una ventola.

L’evacuazione dei fumi avviene infatti in maniera forzata, tramite una ventola interna, attraverso un tubo di dimensioni ridotte, 80-100 mm: questo  rende impossibile che si verifichino ritorni di fumo nell’ambiente. Il calore viene diffuso per irraggiamento e per ventilazione, con possibilità di canalizzare l’aria per riscaldare più stanze. Le stufe a pellet garantiscono ottimi rendimenti, che possono però variare in base all’isolamento dell’abitazione e, soprattutto, al combustibile: i pellet non sono tutti uguali, prodotti a basso prezzo possono contenere impurità o derivare da scarti dell’industria del mobile, contenendo in prevalenza truciolare. Questo comporta una combustione difficoltosa e, di conseguenza, una resa inferiore con produzione di sporco e incrostazioni che aumentano gli interventi di pulizia ordinaria. Il pellet migliore è quello di faggio puro, seguito dall’abete e, infine, da quello di latifoglie e misto.  La classificazione europea stabilisce 3 livelli di qualità: la migliore è la A1, seguita dalla A2 e dalla B. Se nel sacchetto c’è molta polvere di legno, il pellet è di qualità scadente. Piuttosto che acquistare pochi sacchetti di pellet per volta è consigliabile stoccare almeno un bancale di buon pellet e farne scorta in estate, quando il prezzo è più basso. Gruppi di persone, che possiedono questo tipo di stufa, possono fare insieme acquisti di grandi partite, con garanzie di qualità costante e prezzi vantaggiosi.

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IL CONTO TERMICO

Che cos’è?
Il Conto Termico, entrato in vigore il 3 gennaio 2013, incentiva Interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Gli interventi incentivabili si riferiscono alla sostituzione o, in alcuni casi, alla nuova installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili (caldaie, stufe e camini a biomassa, impianti solari termici…). Non è cumulabile con altri incentivi e non si tratta di una detrazione fiscale, ma di un vero rimborso erogato in due rate annuali, slegato dal valore del prodotto in quanto non si tratta di una percentuale.
Quali sono i parametri da rispettare per accedervi?
Il calcolo degli incentivi tiene conto delle caratteristiche del nuovo apparecchio, delle basse emissioni di polveri e della zona climatica in cui è installato. Stufe e termocamini a pellet devono avere un’efficienza superiore all’85%, utilizzare solo pellet certificato A1 e A2, essere sottoposti a una manutenzione almeno biennale della canna fumaria e del generatore, contenere le emissioni entro determinati valori di CO2 e polveri.
Come viene calcolato l’incentivo?
Moltiplicando la potenza termica nominale e le ore stimate di funzionamento in base alla zona climatica di appartenenza per due coefficienti legati all’emissione di polveri e all’energia termica prodotta: in zone a clima rigido, l’incentivo può arrivare a coprire l’80% del costo dell’apparecchio. Ad esempio, una stufa a pellet da 9 kW ad aria, installata in zona E riceve un contributo di 1.502 euro. Fonte: Palazzetti

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Commenti

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