1. L’immagine che ha Rocco Luppino della spremitura del vino mi ricorda tempi ormai lontani, ma piacevoli. Il vino veniva pigiato e poi messo a “bollire” fermentare insomma. Successivamente il vino ottenuto veniva spillato e la vinaccia che rimaneva passata al torchio. Si otteneva così dell’altro vino di gradazione inferiore siccome nel torchio veniva aggiunta dell’acqua per ammorbidire la vinaccia. Non per niente il prodotto ottenuto dalle mie parti lo chiamavano annacquato. Ecco, quello che voglio dire è che il torchio serviva a quest’ultima mansione e non a pigiare l’uva, ma sono solo disquisizioni che nulla tolgono al merito del nostro amico che ha realizzato un torchio assolutamente ben fatto ed al quale darei un bell’otto decimi. Per dargli un dieci più basterebbe munirlo di due minuscoli cric idraulici perché pressino maggiormente la vinaccia e con meno fatica, ma qui si rasenta la pignoleria! Bravissimo Rocco!

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Seppure basti una minima quantità d’uva per produrre un po’ di vino per uso personale, è consigliato disporre di accessori specifici per spremerla. Costruire un torchio fai da te con materiale di recupero non è affatto difficile

L’immagine bucolica delle giovani contadine a gambe nude, con le gonnellone tenute su con le mani, intente a pigiare l’uva dentro le bigonce, è molto romantica, ma evoca tempi ormai passati. Oggi, anche il più piccolo produttore di vino, anche quello che se lo fa per uso personale, usa il torchio: un sistema più rapido e igienico. Autocostruire un torchio fai da te per spremere l’uva non è difficile e si può realizzare anche con un costo veramente limitato. Servono assi di legno di recupero, due anelli di chiusura dei fusti, una barra filettata e zincata da 20 mm di sezione, lunga un metro, circa un metro e mezzo di piatto a sezione 20×6 mm, un cuscinetto meccanico, 3 dadi e 3 rondelle, una teglia rotonda per pizza.

In questo progetto, ciò che “comanda” nello stabilire la circonferenza del torchio fai da te sono le dimensioni dei due anelli per fusti. Sulla base di queste si stabilisce il numero e la larghezza delle doghe di legno, che dovranno risultare equidistanti l’una dall’altra, separate da uno spazio minimo, tale da lasciar passare il liquido e rattenere raspi, acini interi ecc.

Di conseguenza ci si deve procurare una teglia per pizza che abbia diametro più ampio di quello degli anelli. In altezza, invece, c’è maggiore libertà, ma non conviene esagerare nelle misure per non incorrere nella flessione laterale delle doghe: più lunghe sono e più hanno possibilità di flettere. Se il cilindro formato dalle doghe e dagli anelli si occupa di contenere i grappoli di uva, ad attuare la torchiatura è la barra filettata che spinge un robusto disco di legno verso il basso, contro un altro disco, altrettanto robusto, che sta sotto la teglia. Non è quest’ultima, infatti, a dover sopportare la pressione del torchio fai da te, che evidentemente non potrebbe sopportare da sola.

Per poter caricare l’uva all’interno del torchio fai da te e poterlo smontare per rimuovere il contenuto, il disco superiore è diviso in due parti che, durante l’utilizzo, sono tenute insieme da altri pezzi di legno incrociati.

Tempo richiesto: 1 giorno.

 

  1. Procurarsi le tavole

    Le tavole recuperate sono di abete, grezze, spesse 40 mm. Da queste si ricavano le doghe tagliandone delle strisce con la sega circolare.

  2. Regolarizzare dimensioni e superfici delle doghe

    Ogni doga va passata alla pialla per rendere le superfici lisce e regolarizzarne le dimensioni.

  3. Smussare gli spigoli

    Infine si smussano abbondantemente gli spigoli, in particolare quelli sui lati lunghi delle doghe. Si usa una levigatrice a delta con carta vetrata a grana media.

  4. Stabilire quante doghe servono

    Sulla base della circonferenza utile, bisogna stabilire esattamente quante doghe servono; si divide la circonferenza esterna degli anelli per il numero di doghe e si marca la posizione in cui ognuna dovrà ricadere. La difficoltà sta nell’iniziare il fissaggio con viti da legno, previa foratura degli anelli, mantenendo le doghe verticali e gli anelli perfettamente orizzontali. Durante questa operazione può essere di grande aiuto avere un piano d’appoggio in bolla nei due sensi e con superficie liscia e regolare.

  5. Ritagliare i semi dischi

    Da una spessa tavola (70-80 mm) si ritagliano 4 semi dischi. Due, accoppiati, devono entrare di misura all’interno del cilindro formato dalle doghe. Gli altri due, invece, vanno a formare la robusta base che supporta il torchio fai da te. Sotto questi si mettono tre gambe, costituite da pezzi di travetto fissati con chiodi.

  6. Realizzare le leve

    A un dado si saldano tre pezzi di piatto 20×6 mm, che si usano come leve per ruotare il dado sulla barra filettata.

  7. Agevolare la rotazione delle leve

    Per agevolare la rotazione delle leve, si interpongono un cuscinetto a sfere e due rondelle fra il dado e i blocchi di legno di spinta.

  8. Sviluppare più forza nella torchiatura

    Per sviluppare maggiore forza nella torchiatura, se ve ne fosse bisogno, con la smerigliatrice angolare si fa uno scasso all’estremità della barra filettata in cui inserire un pezzo di piatto d’acciaio, mentre si stringe (ma anche quando si rilascia) la manovella.

  9. Mantenere piani i semidischi superiori…

    Con spezzoni di travetti di varie dimensioni, ben regolarizzati, si crea una pila di pezzi incrociati che mantengano piani i due semidischi superiori. Il pezzo più in alto è unico, ma ha un foro centrale in cui entra di misura la barra filettata.

  10. … e quelli inferiori

    Anche sotto il basamento dei due semidischi inferiori va messo un travetto trasversale che li mantenga piani durante la torchiatura. Questo pezzo, come quello singolo nella parte superiore, ha un foro centrale dentro il quale passa la barra filettata, che non si sfila grazie a un dado con rondella.

Progetto di Rocco Luppino

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Costruire un torchio fai da te