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Scarpe fatte a mano Giacomo Fiorello

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Un lavoro artigianale di grandi soddisfazioni che nessuno vuole più fare: conosciamo gli attrezzi di una volta e le tecniche antiche per lavorare con successo il cuoio e realizzare scarpe fatte a mano

Da oltre 60 anni Giacomo Fiorello realizza scarpe fatte a mano per uomo e donna, utilizzando ancora oggi gli attrezzi che ha imparato a usare all’età di 9 anni. Una passione sfrenata per il suo lavoro che gli piacerebbe trasmettere ai giovani organizzando corsi, ma purtroppo la sua disponibilità non trova riscontri, l’attività pare destinata a scomparire. Un uomo semplice e cordiale che dal 1975 è presidente dell’Università dei Calzolai (pensate un po’!), può fregiarsi del titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana e gli è stato assegnato il premio per l’Eccellenza Artigiana della Regione Piemonte; inoltre è delegato comunale di alcune zone di Novara per la Confartigianato. Dunque non serve intraprendere una carriera manageriale alla ricerca di soddisfazioni che non sempre arrivano, ci si può realizzare anche in una minuscola bottega artigiana, sotto casa, ma a quanto pare si punta di più a una vita stressante e fatta di continue incertezze lavorative. Se a qualcuno può servire da stimolo, le prospettive di guadagno che offre questo mestiere sono più che buone: l’investimento per le attrezzature che permettono di iniziare lo si può stimare in 5-6000 euro; una calzatura realizzata artigianalmente e su misura si vende piuttosto bene. Con la riaffermazione del Made in Italy e i Paesi esteri che stravedono per i nostri manufatti, si aprono spiragli interessanti anche per un commercio internazionale, ovviamente dopo tanta gavetta affrontata con umiltà e sacrificio. Giacomo Fiorello a queste cose non pensa più e continua, finora, con le tecniche di una volta, ma i suoi clienti abituali non vogliono saperne del fatto che lui pensi di smettere di produrre scarpe fatte a mano. Purtroppo queste realtà, anziché essere incentivate, vengono soffocate da continue complicazioni burocratiche, ma una mente giovane con buona volontà, coadiuvata da sistemi moderni, potrebbe certamente apprendere un mestiere bello, salutare e di grande soddisfazione, entrando in un mondo dove ancora oggi la domanda supera di molto l’offerta. Questo è il mondo delle scarpe fatte a mano …

Scarpe fatte a mano – Gli attrezzi del mestiere

L’attrezzatura dell’artigiano “vero” è particolarissima, semplice, mostra i segni del tempo e dell’utilizzo di una vita. Ci sono tra l’altro le rotelle, utilizzate per realizzare la zigrinatura sul guardolo (il rinforzo tra suola e tomaia) e sul tacco; il bussetto, per levigare e lucidare tacchi e suole; varie lesine con terminali appuntiti per forare il cuoio in modo che possa essere cucito; attrezzi da utilizzare riscaldandone la parte attiva di ferro per sciogliere la cera solida. Naturalmente si usano anche coltelli dalla lama particolare, il classico martello da calzolaio, gli aghi, i ferri levasemenze, pinze e tenaglie.

Scarpe fatte a mano – Le forme

1-2-3-4. In base alla misura del piede esistono varie forme di legno, con diversa sagomatura della punta a seconda dei modelli, differenziate per uomo e per donna; Giacomo Fiorello può realizzare misure dalla 32 alla 40 per donna e dalla 39 alla 45 per uomo. Scelto con il cliente il tipo di pelle e il modello di scarpa, in base al numero si traccia sulla tomaia la sagoma seguendo con una lama affilata il modello di cartoncino che include il profilo da risvoltare sotto la suola

5. Le parti tagliate vengono cucite a macchina, ottenendo l’orlatura della tomaia.

6. Si calza la tomaia sulla forma per iniziare a formare la scarpa vera e propria.

7-8. Sulla parte inferiore della forma viene applicato il sottopiede, fissandolo a essa con alcuni chiodini ritorti applicati in posizione rientrante, per non interferire con la tomaia che dev’essere risvoltata.

9. Soltanto la mano esperta dell’artigiano sa come afferrare la tomaia per tenderla senza rovinarla, facendola aderire alla forma nel modo giusto e bloccando il risvolto sul sottopiede con chiodini. Questi hanno una funzione provvisoria, mantenere tesa la tomaia mentre si realizza il risvolto lungo il perimetro della scarpa, in attesa di applicare il guardolo; nella zona posteriore, invece, si utilizzano corti chiodini di rame che rimangono, in quanto lo stelo viene ripiegato dal riporto metallico che si nota nella zona del tacco, sulla forma.

Scarpe fatte a mano – Ago, filo, colla e ferri speciali

1. Il guardolo è una striscia di cuoio che va cucita insieme alla tomaia, fissando il tutto al sottopiede. I chiodini applicati provvisoriamente vanno tolti man mano che si avanza con la cucitura, portata avanti con due fili robusti fatti passare in fori aperti con una lesina.

2. Ecco come si presenta la zona del tacco, con la tomaia fissata al sottopiede da una fitta serie di chiodini di rame ribattuti.

3. A questo punto si può procedere con l’incollaggio della suola, dopo aver spennellato la superficie con colla a contatto e aver atteso l’evaporazione dei solventi prima di unire le parti.

4. Con un sistema analogo al precedente si unisce il guardolo alla suola, completando la struttura della scarpa.

5. La sagoma di multistrato del tacco è un poco più grande del necessario e si fissa con chiodini.

6. Nonostante tutti gli attrezzi disponibili al giorno d’oggi, Giacomo preferisce operare all’antica: il frammento di una lastra di vetro è lo strumento migliore per regolarizzare e lisciare il profilo della suola.

7. Per asportare il legno in eccesso dal tacco si lavora invece di coltello e di raspa per eliminare la parte più consistente, poi lo si rifinisce a dovere.

8-9. La ceratura finale permette di uniformare il profilo della suola e del tacco con la tomaia della scarpa. Si utilizza cera solida e per stenderla bisogna riscaldare i ferri (lisse, rotelle, bussetti). Qui viene utilizzato un fornetto anch’esso artigianale, ma esistono comunque piccoli scaldapezzi a spirito con supporto per appoggiare i ferri da riscaldare vicino alla fiamma.

Per essere pronta, la scarpa ha bisogno di essere lasciata in forma per un paio di giorni, in modo che possa assestarsi e asciugare. Dopo aver indossato le scarpe per un giorno intero, lasciamole riposare per almeno un giorno, per evitare di sformarle. Rientrando da una giornata piovosa, non facciamole asciugare vicino al calorifero, per non ritrovarle con zone sbiancate: vanno inumidite completamente, riempite di carta di giornale e lasciate asciugare a temperatura ambiente.

 

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