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Pensile fai da te per aromatiche | Realizzazione illustrata

pensile

Un semplice scaffale da appendere alla parete si trasforma in un pensile che permette anche a chi vive in città di avere un piccolo orto sul balcone

Chi dispone solo di un balcone come unico spazio esterno fruibile non può permettersi di ingombrarlo con vasi a terra, ma può ugualmente coltivare una selezione di piante aromatiche in un pensile. Quello che proponiamo ha una profondità complessiva inferiore a 200 mm ed è largo poco meno di mezzo metro, ma sui quattro ripiani può trovare posto una ricca varietà di erbe aromatiche da utilizzare in cucina.

Le piante aromatiche possono essere lasciate nei vasetti di plastica con cui vengono commercializzate, così da contenere il peso complessivo; i parapetti in plexiglas, trasparente o colorato, che completano i ripiani le proteggono da cadute accidentali e aggiungono una nota di design allo scaffale.

Tutti i pezzi necessari a comporre il pensile sono uniti per avvitatura, mentre le lastre di plexiglas sono semplicemente incastrate in fresature realizzate vicino al bordo esterno dei ripiani; rosmarino, basilico, santoreggia e altre erbe ci delizieranno anche con i loro profumi mentre ci concediamo una pausa sul nostro balcone.

Cosa occorre

MDF da 19 mmpannello posteriore da 1330×452 mm; 2 fianchi da 1330 x182 mm; 4 ripiani da 452×160 mm.

4 lastre di plexiglas 451x127x5 mm; 24 viti da legno Ø 4×45 mm; 2 tasselli a espansione Ø 8 mm con gancio a L (scelti in base al supporto).

Montaggio del pensile

Nella parte superiore del pannello di fondo, con una punta Forstner da 30 mm montata sul trapano si aprono due fori ciechi a 200 mm dal bordo superiore e a 40 mm dai bordi verticali. Serviranno per agganciare lo scaffale ai tasselli fissati a parete.
Si appoggia il pannello posteriore sul banco e si blocca a esso uno dei fianchi; in appoggio a questo, con l’aiuto di una squadra, si collocano i ripiani a 90° e si marca la posizione di ciascuno sul pannello, agli interassi prestabiliti, facendo scorrere la punta della matita prima da un lato e poi dall’altro di ogni ripiano.
I ripiani vanno bloccati con morsetti al banco di lavoro per realizzare le scanalature in cui inserire le lastre di plexiglas, a 10 mm dal bordo frontale; si utilizza una fresa larga 5 mm e si imposta la profondità di fresatura a 7 mm. Per poter utilizzare la guida parallela occorre appoggiare due ripiani uno sopra l’altro.
Al centro delle linee tracciate sul pannello posteriore si praticano i fori passanti per il fissaggio dei ripiani, utilizzando una punta Ø 4 mm. Per ogni ripiano si praticano due fori a 50 mm dai bordi del pannello.
Sulla faccia posteriore del pannello i fori vanno svasati per poter incassare le viti sotto filo piano.
Si appoggiano i fianchi ai ripiani appena montati; sulla faccia interna si traccia a matita la posizione dei ripiani e si eseguono i fori passanti, svasati sul lato esterno, per avvitare i fianchi ai bordi dei ripiani.

Le viti nascoste e la finitura a spruzzo

Terminato il montaggio, per rendere invisibili le viti messe sotto filo piano si deposita un po’ di stucco negli avvallamenti e, con una passata di spatola, lo si preme e si rimuove l’eccesso.
Quando lo stucco è completamente essiccato, si leviga con carta vetrata a grana 120.
Per preparare la superficie e limitare l’assorbimento della finitura servono due mani di cementite; anche in questo caso la prima viene assorbita in pochi minuti, poi si stende una seconda passata e, quando è asciutta, si levigano le superfici con carta vetrata a grana 180.
Il pensile montato e suddiviso in scomparti presenta molti angoli: l’unico modo per garantirsi un buon risultato estetico è l’applicazione della vernice a spruzzo, che permette di raggiungere anche gli spazi più interni e di ottenere una copertura uniforme.

Come lavorare il plexiglas

Il taglio si può effettuare con il seghetto alternativo, con la sega circolare o con utensili manuali, purché equipaggiati con lama a dentatura fine. L’avanzamento non deve essere veloce per evitare crepe e la lastra, specialmente se è sottile, va bloccata tra tavolette o a supporti adeguati per evitare che fletta o subisca vibrazioni.
Se i bordi presentano irregolarità rilevanti è possibile eliminarle con la levigatrice; occorre poi rifinire con carta finissima a umido per ripristinare al meglio la trasparenza.
Per la foratura esistono punte specifiche, con un angolo di spoglia ridotto, ma si possono utilizzare le comuni punte da ferro. L’unico accorgimento, contrariamente a ciò che verrebbe spontaneo pensare, è che la punta non sia affilatissima: meglio che sia usata, seppur con i taglienti regolari e non rovinati, perché se ben affilata potrebbe tendere a sollevare il pezzo o causare rotture nel tentativo di vincere la resistenza del materiale. Su lastre spesse occorre mantenere lubrificata la punta.
Con la carta abrasiva a umido di grana superiore a 600 si rende perfettamente liscia la superficie, lavorando finché non sono sparite le righe lasciate dagli utensili da taglio.
Il plexiglas si incolla con adesivi acrilici che evaporano a contatto con l’aria e vengono assorbiti dal materiale. Si distribuisce l’adesivo tra le due superfici perfettamente levigate poste a contatto con un dosatore munito di un ago.
Imprimere una curvatura al plexiglas è possibile utilizzando il getto di una pistola ad aria calda che ammorbidisca il materiale; se si tratta di una lastra, occorre utilizzare una sagoma di riscontro e passare il getto continuamente avanti/indietro per evitare di bruciare il materiale, lasciando che si incurvi spontaneamente.
La pellicola protettiva presente su entrambe le facce va tolta solo al termine delle lavorazioni, per preservare le superfici da graffi e abrasioni.
Il pensile fai da te per aromatiche ultimato
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