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Come riparare la macchina per la pasta Imperia

macchina per la pasta Imperia

La macchina per la pasta Imperia, indispensabile in cucina, si conserva immutata da decenni e, per la sua solidità, vale la pena ripararla per preservarne le funzionalità

Anche le robuste impastatrici a manovella hanno parti soggette ad usura; l’utilizzo intensivo della macchina per la pasta Imperia e la costante rotazione dei due cilindri possono rendere il suo impiego scattoso fino a rendere impossibile l’utilizzo della macchina. In tali casi, l’ispezione alle ruote dentate appare l’unica via percorribile, del resto le operazioni di smontaggio, per la verifica, sembrano molto semplici, essendo fissate con una sola vite per lato le due protezioni laterali in lamiera sagomata.

In realtà non c’è traccia di ingranaggi né sul lato della manovella né su quello del pomello che regola lo spessore della sfoglia. Le ruote dentate che si cerca di mettere in luce sono nascoste da un piccolo carter all’interno delle fiancate, per cui si è obbligati a smontare completamente anche il cuore della macchina per la pasta, la mitica Imperia, con i suoi raschiatori, che premono nella parte inferiore dei cilindri per evitare che la pasta rimanga appiccicata durante le operazioni di assottigliamento.

Finalmente scoperti, gli ingranaggi di movimentazione dei rulli si rilevano danneggiati: la superficie dei denti a contatto è seriamente abrasa e una delle ruote è addirittura rotta a metà, non c’è modo di ripararla a meno di essere provetti saldatori. In questo caso è stata usata una ruota dentata presa in un’altra macchina già dismessa, adattandola alla nostra, ma l’Imperia è sostanzialmente la stessa da decenni, quindi non è impossibile trovare i ricambi originali. Nel rimontaggio, dato che si sfruttano ingranaggi in parte usurati, per ottenere nuovamente uno scorrimento ottimale, si montano le ruote “sottosopra” in modo da usare le superfici dei denti che non erano a contatto, lubrificando il tutto con un poco di grasso di vaselina.

Controllare la situazione degli ingranaggi

Si inizia con lo smontare il pomello della regolazione dello spessore della pasta trattenuto da una vite a croce.

L’unione tra pomello e albero è realizzata con un fine millerighe incastrato solidamente, per cui può essere necessario adoperare un cacciavite a taglio e fare leva tra il carter e il bordo del pomello per poterlo estrarre. È opportuno segnare con un bulino la posizione reciproca dei due pezzi per facilitare il rimontaggio.

I due carter che coprono la fiancata sono trattenuti da una vite autofilettante ciascuno. Sotto si scoprono tre dadi M6 avvitati su altrettante aste che terminano con una “testa da chiodo” sull’altro lato della macchina.

Con una chiave a bussola da 8 mm si tolgono le viti che trattengono una delle fiancate per poter estrarre tutta la meccanica che si riduce a due cilindri, tre tiranti filettati di cui due inseriti in un tubetto di riscontro, due raschiatori con le due aste che li tengono premuti sui cilindri e le ruote dentate nascoste in un piccolo carter.

I due cilindri calandratori sono in polipropilene rivestito di alluminio lucidato e terminano su un lato con un mozzo esagonale su cui sono calettate le due ruote dentate. Sul lato opposto troviamo l’incastro per l’inserimento della manovella e l’albero eccentrico su cui agisce il pomello di regolazione dello spessore.

Ecco la ragione del malfunzionamento: le ruote hanno i denti seriamente consumati e una si è spezzata bloccando il movimento dei cilindri. Scopriamo che i denti potevano essere lubrificati attraverso un forellino, presente nella fiancata, che comunica con l’interno del carterino degli ingranaggi; è consigliabile utilizzare solo lubrificanti per usi alimentari.

Montare i nuovi ingranaggi

Dall’esploso si intuisce la relativa semplicità della macchina: fatta di sole 38 parti è in grado di calandrare uno spessore di pasta regolabile da 0,2 a 2 mm. Il segreto è nel perno eccentrico del cilindro posteriore che viene ruotato col pomello di regolazione a sei posizioni. Due ruote dentate a profilo modificato permettono di trasmettere il movimento tra i cilindri comunque siano regolati.

L’estremità dei due cilindri calandratori in polipropilene.

Il mozzo a sezione esagonale accoglie il supporto e su di esso sono calettate le due ruote dentate.

Le ruote dentate vanno riposizionate sui mozzi esagonali, ungendo la dentatura con grasso di vaselina.

Assemblare tutti i pezzi della macchina per la pasta Imperia

Raschiatori, aste di blocco e pomello

I raschiatori possono essere muniti di un’asta sporgente o essere appoggiati su un arresto ricavato nella fiancata (come in questo caso). Per riposizionarli è sufficiente incastrarli su un lato, sotto il dente che sporge dalla fiancata, e abbassarli sul lato opposto fino a che una delle due ondulazioni non si trovi in corrispondenza di un foro presente sul lato.

Tenendo premuto il raschiatore sul cilindro si inserisce nel foro una delle aste appuntite fino a farla scorrere in una delle ondulazioni del raschiatore. Utilizzando un martello si introduce completamente l’asta fino al corrispondente foro sulla fiancata opposta. Si ripetono le operazioni per il secondo raschiatore e solo a quel punto si possono rimontare le due lamiere di copertura laterale.

Si rimonta il pomello che regola lo spessore della sfoglia di pasta.

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