L’esempio di San Patrignano

Editoriale tratto da “Far da sé n.436 Marzo 2014”

Autore: Nicla de Carolis

Il rapporto del Censis (l’istituto di ricerca socio-economica nato nel 1964, oggi fondazione) sulla situazione sociale del Paese relativo al 2013 ha stupito molto perché, oltre alle percentuali strettamente legate alle abitudini che riguardano la vita materiale, ha fatto considerazioni che investono il benessere, o meglio il malessere, psicologico di noi Italiani. Infatti ci ha definiti “una società sciapa e infelice in cerca di connettività”. Bisogna purtroppo ammettere che questa diagnosi spietata corrisponde alla realtà e che questa infelicità e incapacità di connettersi con il prossimo è determinata dal nostro essere “una società caratterizzata da individualismo, egoismo particolaristico, resistenza a mettere insieme esistenze e obiettivi, gusto per la contrapposizione emotiva, scarsa immedesimazione nell’interesse collettivo e nelle istituzioni”. Oltre al desiderio di superare questa fase (“la crisi antropologica prodotta da queste propensioni sembra aver raggiunto il suo apice ed è destinata a un progressivo superamento” prosegue il Censis), ci sono già tante eccezioni, isole in cui la situazione non è così, perché regole e valori sono diversi. La bella foto a fianco con alcuni ragazzi di San Patrignano, la comunità che accoglie gratuitamente persone con problemi di tossicodipendenza ed emarginazione, ne è un esempio che ci rincuora e dovrebbe farci riflettere. Anche i giovani di San Patrignano hanno dovuto e voluto voltar pagina, dopo un periodo critico della loro vita, e lo hanno fatto integrandosi in una collettività con regole di vita di civile convivenza, nel rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente di lavoro, imparando ad apprezzare le piccole grandi cose, a gioire dei successi e a rialzarsi dopo gli errori, a condividere e a confrontarsi con gli altri. è una realtà davvero sorprendente dalla quale emerge come un progetto portato avanti con amore e determinazione, sostenuto dalla generosità di persone illuminate, possa cambiare la vita di tanti individui. Da pagina 8 pubblichiamo un servizio dedicato alla falegnameria di San Patrignano dove si realizzano mobili anche recuperando il legno delle barrique, le botti per l’invecchiamento del vino. Ma i lavori che si insegnano sono davvero tantissimi: si fanno i formaggi e i salumi, si alleva il bestiame, si modella il cuoio, si lavora il ferro, si tesse, si cucina, ecc… www.sanpatrignano.org/it/formazione. Tanti laboratori dove i ragazzi ospiti, apprendendo un mestiere, imparano il gusto per le cose belle, ritrovano se stessi attraverso il confronto e il dialogo continuo con i loro compagni, restituiscono senso alle giornate e possono coltivare aspirazioni e speranze. Un esempio encomiabile e forse una ricetta che potrebbe guarire anche una società sciapa, infelice e in cerca di connettività come la nostra.

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