Far da sé compie 40 anni

Da 40 anni ci piace fare

Pensiero far da sé di Nicla de Carolis Novembre 2014

Quando nel 1973 Massimo Casolaro, fondatore di FAR DA SÉ, allora dirigente alla Fratelli Fabbri editori, propose di realizzare una rivista di bricolage (in Italia non ne esistevano) la risposta fu no. Il pensiero dominante allora era quello di affrancarsi totalmente dalla manualità, dai lavori che la prevedessero; poter dire “… non sono capace di piantare un chiodo…” era il vanto di chi aveva studiato, come se lo studio fosse incompatibile con qualsiasi altra attività manuale. Con il passare del tempo questa mentalità si è andata ancora più radicando ed è degenerata fino al punto di far credere di poter sostituire al lavoro, sia pure dietro a una scrivania, la finanza, ossia poter vivere di rendita finanziaria, denaro che genera denaro. Questa crisi ci sta facendo tornare con i piedi per terra e si comincia a sentire un’inversione di tendenza, ci sono giovani laureati che si dedicano alla coltivazione della terra, che fanno il vino o che realizzano oggetti di arredo, unendo la teoria alle capacità pratiche del FARE con grande entusiasmo e con ottimi risultati. Forse anche i nostri governanti si sono resi conto che il lavoro si crea anche puntando sull’artigianalità delle eccellenze italiane, quindi orientando i giovani a scuole che, accanto alle indispensabili nozioni, insegnano a costruire, realizzare, senza aver paura di usare le mani. “Non saper far niente non è più l’aristocratica insegna dell’intellettuale moderno, ma il marchio di una sudditanza patita, di una servitù che dura, di una libertà non riconquistata”. Così scrive oggi il professor Cesare De Michelis, un intellettuale, splendido editore che con la sua Marsilio pubblica solo le perle più rare nell’inutilmente vasto panorama editoriale che affolla le nostre librerie. Alla luce dei fatti, la materia e il pensiero divulgati nella nostra rivista sono stati nel tempo caparbiamente controcorrente e lungimirantemente anticipatori. Nelle pagine di FAR DA SÉ abbiamo sempre sostenuto con forza la valenza della manualità; ci siamo entusiasmati costruendo e smontando per proporvi realizzazioni in cui nulla è lasciato al caso; ci siamo entusiasmati analizzando i vostri progetti unici, ingegnosi, intelligenti, stupefacenti; ci entusiasmiamo ogni giorno per le scoperte, per le migliorie tecniche ed estetiche che riusciamo a ottenere e siamo ansiosi di condividerle con voi. E grazie a tutti voi che ci seguite con affetto e partecipazione, giunti alla tappa dei 40 anni, portiamo avanti con immutata gioia e soddisfazione il credo del sapere FARE.

In occasione dei 40 anni di FAR DA SE’ potrete scaricare gratis il libro pensiero far da sé in versione digitale

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La squadra di Far da sé

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A partire da sinistra vedete le nostre facce, leggete i nostri nomi, le mansioni e l’anno dal quale abbiamo iniziato a lavorare per FAR DA SÉ

  • Foto 1 (da sinistra)Piergiorgio Magrassi, architetto, disegnatore (1981); Claudia Cazzulo, segretaria di redazione (2001); Valerio Poggi, redattore capo (1979); Emanuele Bottino, redattore capo (2007); Patrizia Ferrari, segretaria di redazione (1987); Francesco Poggi, redattore web (2012);
    Nicla de Carolis, direttore editoriale (1992)
  • Foto 2 (da sinistra): Carlo De Benedetti, direttore esecutivo (1986); Laila de Carolis, coordinatore grafico (2005); Dino Ferretti, fotografo (1978); Clara De Benedetti, responsabile ufficio spedizioni (1995); Marco Carlini, direttore vendite (1986); Ilaria Beretta, responsabile progetto Manualità (2011); Mauro Balbi, redattore tecnico (2005) …e tanti altri collaboratori esterni che non erano presenti quando abbiamo scattato la foto.

Siamo un gruppo di persone che lavorano in un posto splendido in mezzo ai boschi, con i caprioli e gli scoiattoli che si avvicinano alle finestre della redazione e le lucertoline che, quando ci sono le porte aperte, si intrufolano tra i nostri piedi. Infatti la nostra redazione è a Gavi, un paesino circondato dalla campagna, in provincia di Alessandria. Abitiamo tutti in zona e non “perdiamo” tempo in macchina come i cittadini per raggiungere la redazione o il laboratorio. Il nostro è un gruppo affiatato composto da redattori che hanno partecipato alla “costruzione” dei primi numeri di FAR DA SÉ e da giovani che hanno saputo apprezzare e portare avanti il passato arricchendolo delle innovazioni tecniche ed estetiche. Siamo in pochi per gestire una rivista mensile, FAR DA SÉ appunto, e tre riviste bimestrali (Rifare Casa, In Giardino, Fai da te OBI), un portale, i libri, i filmati,e tanto altro: dal nostro lavoro escono ogni anno oltre 4.000 pagine, dal nostro laboratorio migliaia di fotografie, centinaia di nuove costruzioni, decine di filmati, migliaia di articoli su internet. Questo grazie anche a consolidate collaborazioni esterne la cui produzione viene però sempre vagliata e dalla redazione. In questo numero speciale che celebra l’inizio del quarantesimo anno di vita di FAR DA SÉ vorremmo far rivivere a tutti il clima pioneristico dei primi anni di questa longeva rivista, un clima semplice, pulito, ruspante, generoso, un clima che, insieme all’entusiasmo per il lavoro, fa parte del nostro DNA oggi come allora. La nostra vocazione è divulgare, quindi non potevamo non farlo anche attraverso internet, con un sito che è, non solo nel nome, ma anche nella sostanza, il portale italiano del bricolage: il bricoportale.it che, grazie ai suoi contenuti unici, da cui conseguono un numero importante di visite quotidiane, è salito rapidamente nelle prime posizioni su Google. E poi c’è “Manualità, un gioco da ragazzi” il progetto che ha lo scopo di far conoscere ai bambini la bellezza di certi antichi lavori manuali spinti in un angolo dall’avanzare del moderno e di far provare l’emozione di realizzare qualcosa con le proprie mani. Qui, dopo aver aperto e attrezzato decine e decine di laboratori in tutta Italia, l’obiettivo è quello di entrare nelle scuole per diffondere la consapevolezza che la manualità della tradizione italiana, apprezzata in tutto il mondo, unita alle innovazioni tecnologiche, può tradursi in lavoro gratificante e remunerativo per tanti giovani del nostro Paese.

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