Il giuramento di vitruvio

Editoriale tratto da “Rifare Casa n.32 Marzo-Aprile 2014”

Autore: Nicla de Carolis (Direttore Editoriale)

“Le devastazioni del nostro paesaggio sono l’opera di una perversa alleanza tra forze diverse dell’imprenditoria, della finanza, della politica e delle mafie. Ma ne sono responsabili anche architetti, ingegneri e urbanisti.” Questo il grido di allarme, molto condivisibile, del professor Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, nella sua lectio magistralis dal titolo “L’etica dell’architetto e il restauro del paesaggio”.
A Milano, nelle zone Fiera e Garibaldi, per esempio, è sotto gli occhi di tutti la cementificazione in atto, di cui non si capisce l’utilità pratica ed estetica. Sfigurata da discutibili grattacieli e condomini finiti o da ultimare, per la maggior parte spettralmente vuoti, sembra una città oltraggiata dall’arroganza di chi non è in grado di apprezzare l’armonia dell’architettura del passato.

Il professor Settis prosegue tirando in ballo l’etica, che dovrebbe essere il filo conduttore di qualsiasi professione e, in maniera particolare, per gli architetti, che possono incidere così pesantemente sull’estetica del territorio e sulla salute delle persone. Settis dice, infatti, che, come per la professione medica era nato già nel 400 a.C. il giuramento di Ippocrate, anche per gli architetti dovrebbe esserci un giuramento che riporti all’etica contenuta nel trattato “De architectura” di Vitruvio (architetto del primo secolo a.C.). Perfette per un codice etico di oggi le sue parole: “La scienza dell’architetto richiede l’apporto di molte discipline e di conoscenze relative a svariati campi. Egli dev’essere in grado di giudicare i prodotti di ogni altra arte. La sua competenza nasce da due componenti: quella pratica, che è la costruzione, e quella teorica… Solo chi padroneggia sia la pratica sia la teoria è dotato di tutte le armi necessarie e può conseguire pieno successo…”. Si parla poi di “rispetto per la storia e per i contesti” e di “attenzione per la salute”.

Con l’esperienza e le innovazioni di oggi l’architettura dovrebbe essere solo di prim’ordine e nessuno, se il codice etico di chi progetta fosse quello di Vitruvio, avrebbe costruito abitazioni a un passo dalle discariche in Campania o, come a Milano, sopra un gigantesco deposito illegale di scorie cancerogene. Per fortuna inizia a farsi strada una corrente di architetti “obiettori dal consumo di nuovo suolo”, che da mesi sta ricercando una strada collettiva per dissuadere i committenti di nuove villette indirizzandoli verso il recupero dell’esistente.
A proposito di recupero dell’esistente, su questo numero lo speciale è dedicato proprio alla riqualificazione energetica delle abitazioni, un intervento di cui moltissimi edifici avrebbero bisogno. I vantaggi sono indubbi: dal piacere di vivere in una casa ben isolata dal caldo e dal freddo, un vero nido, a quello di aver contribuito al miglioramento delle case già esistenti, al merito di aver dato una spinta all’economia rimettendo in moto l’edilizia senza costruire.

Un moderno sistema cappotto con rivestimento in pietra per una ristrutturazione “rispettosa del contesto”.
Un moderno sistema cappotto con rivestimento in pietra per una ristrutturazione “rispettosa del contesto”.

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