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Riparare una giara crepata

Paziente ed accurato restauro fai da te

Tramandata da generazioni la giara era andata in mille pezzi, vediamo come riparare una giara con un restauro e una decorazione.

Occorre raccogliere le decine di frammenti di terraglia in cui si era trasformata la giara e, uno per uno, con grande pazienza e non poca fatica, ripulirli dalle incrostazioni accumulate in circa un secolo di servizio. Ma gli amanti del bricolage sanno bene che la fretta è un pessimo alleato.

Dopo questa prima indispensabile operazione è la volta della soluzione di un puzzle tridimensionale.

La giara viene ricostruita in più fasi, prima assemblando i cocci della parte inferiore, salendo dalla base, poi quella superiore, appoggiata capovolta sul collo, infine unendo fra loro le due grosse parti, chiudendo i buchi rimasti e riattaccando le anse.

Stucco e vernici specifiche, all’ultimo, ridanno alla giara il suo aspetto originario.  

 

LE PRIME OPERAZIONI

  1.  I frammenti della giara, raccolti fino a quelli più piccoli, vengono ripuliti uno per uno, eliminando i depositi lasciati dal contenuto nei lunghi anni d’uso usando spazzola di saggina ed acqua per ripulirne i margini e spazzola metallica per le superfici.
  2. La ricostruzione della base, rotta in soli tre pezzi, è la prima e più semplice fase del lavoro di montaggio.

UN PUZZLE TRIDIMENSIONALE

 

  1. L’imboccatura ed il collo della giara, fortunosamente rimasti integri, danno una solida e comoda base su cui ricostruire, pezzo per pezzo, la parte superiore dell’oggetto. Man mano che si esegue un incollaggio, si provvede anche all’eliminazione delle sbavature di colla, sia interne sia esterne.
  2. Ricostruite quasi del tutto le due parti della giara e stuccate al meglio tutte le giunzioni fra i vari frammenti, la base va incollata sulla parte superiore. Nella parete rimangono ancora dei buchi da riempire con i pochi frammenti rimasti.
  3. Uno per uno i buchi della parete sono chiusi, ciascuno col pezzetto di ceramica ancora mancante all’appello. Dove il frammento, per lo sbriciolamento dei bordi, non riesce a riempire completamente la sede, si provvede con lo stucco poliestere a pareggiare la superficie.
  4. Levigata con carta abrasiva, montata sul platorello della smerigliatrice, tutta la superficie della parte inferiore della giara (quella alta viene lasciata dell’originale colore verde screziato di bianco), le si danno due mani di fondo bianco. Dopo il fondo bianco, si usa prima una vernice avorio, data in due mani, poi una volta asciugata si dà una mano di invecchiante seguita da una di screpolante.
  5. Le screpolature sono riempite ed evidenziate. Con una vernice ad olio ocra dorata data con uno straccio servito anche ad eliminare il superfluo.
  6. L’ultimo tocco è una passata di spray trasparente e fissante. Nonostante l’accurato lavoro di restauro, comunque, la giara non può più essere usata per vino od olio e diventa un portavasi.

UTENSILI
spazzola, smerigliatrice, carta vetrata, spatola, pennello

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