Fare una zattera di bottiglie di plastica

Per un sano divertimento eco sostenibile, realizziamo una zattera di bottiglie di plastica. Evviva il riciclo!

Riuso e non solo riciclo: ecco come sfruttare per un sano divertimento la leggerezza e la tenuta stagna di un numero rilevante di bottiglie destinate, nella migliore delle ipotesi, ad essere triturate e rifuse.                                                             

Una randonnèe sul fiume Po organizzata dall’Agesci di Valenza e dalla Soms di Mugarone ha fornito l’occasione per riunire circa 120 appassionati su trentacinque tra barche, gommoni, canoe e piroghe, tre delle quali realizzate con bottiglie dell’acqua minerale. Gli scout del reparto Valenza 1, coordinati da Ettore Scaglione, si sono spesi nella costruzione fai da te di queste ultime imbarcazioni, leggere e artigianali, ma anche solide e capaci di tenere l’acqua senza problemi per tutti i 10 chilometri della discesa fluviale da Valenza a Mugarone.

Affinché le imbarcazioni pneumatiche siano sicure è necessario usare solo galleggianti stagni e robusti, meglio se multipli: le bottiglie riciclate dell’acqua minerale sono l’ideale dato che il poliestere con il quale sono fatte è molto resistente e i tappi resistono senza problemi a pressioni oltre gli 8 bar. Poi l’alto numero di elementi, quasi 600 per ogni zattera, garantisce il galleggiamento anche in caso di urti o danni.
Riunite in gruppi di 19 con nastro da pacchi, le bottiglie sono inserite su tre listelli per mantenere un buon allineamento, ma la solidità è affidata a un rivestimento di rete per recinzioni che mantiene la coesione tra i singoli elementi. La struttura di sostegno, che permette di imbarcare l’equipaggio, è costituita da lunghe travi in legno e tavole trasversali.

BOTTIGLIE, RETE E NASTRO

  1. Ciascun elemento base usato per costruire i galleggianti è formato da 19 bottiglie dell’acqua minerale da 1,5 litri, legate in una matrice esagonale con un cavetto. Le bottiglie devono essere in buono stato e con il tappo serrato a fondo.
  2. Usando nastro da pacchi si avvolgono le bottiglie alle due estremità dell’elemento, tirando forte e abbondando con gli strati.
  3. Gli elementi sono tutti uguali tranne che quello di poppa, foderato con un sacco di plastica per “chiudere” il galleggiante, e quello di prua, nel quale le bottiglie sono scalate su due livelli in modo da formare una punta che possa fendere meglio l’acqua.
  4. I galleggianti si formano infilzando dieci elementi su tre lunghi listelli che li attraversano sfruttando gli spazi tra le bottiglie.
  5. Quando gli elementi sono nella giusta posizione si fasciano con rete metallica plastificata per recinzioni che assicura una buona coesione dell’insieme. I lembi della rete si uniscono con una nutrita serie di fascette da elettricisti.
  6. Ogni imbarcazione è costituita da tre galleggianti uniti da tavole trasversali e da travi longitudinali posti lungo ciascun galleggiante. In perfetto stile “scout”, le travi di rinforzo sono unitetra loro con cime anziché da chiodature che nell’acqua sarebbero attaccate dalla ruggine.

Il trimarano è completato legando strettamente le travi ai galleggianti con altre cime: in totale l’imbarcazione è formata da quasi 600 bottiglie per un volume totale di 850 litri, sufficienti per imbarcare in sicurezza un equipaggio di sei coraggiosi ragazzi.

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