Come funziona il teleriscaldamento

830-0-teleriscaldamentoIMGL’impianto di teleriscaldamento più completo è quello a trigenerazione, cioè in grado di fornire energia termica, energia elettrica e refrigerazione.
Il calore prodotto dalla combustione di biomasse (scarti di attività agricole ed allevamenti, rifiuti, specie vegetali coltivate allo scopo) o gas naturali, viene trasportato dalla centrale agli utilizzi mediante acqua calda che circola in condotte interrate; la caldaia è sostituita da uno scambiatore che riceve il calore e lo cede alla rete di distribuzione interna, che rimane inalterata. Ogni utente misura e controlla il proprio consumo tramite nuove apparecchiature di regolazione ed un contatore che misura il consumo effettivo; già i minori costi conseguenti dall’assenza di infrastrutture soggette a manutenzione (canne fumarie, serbatoi, caldaie) e dagli oneri sull’acquisto del combustibile si traducono in un risparmio economico, l’utente paga il solo il calore utilizzato.

Già il temine attribuito a questa forma di fornitura energetica lascia intuire la sua principale caratteristica: tra il luogo di produzione e le utenze intercorre una certa distanza, rumore ed emissioni restano lontano dalle abitazioni.

L’acqua calda sanitaria ed il riscaldamento degli edifici sono garantiti dalla combustione di biomasse, rifiuti o sottoprodotti analoghi che una centrale di cogenerazione può inviare anche a diversi chilometri di distanza, oltre a recuperare il calore derivante dai vari processi che andrebbe disperso, utilizzandolo per produrre energia. In ogni singolo edificio collegato alla rete, l’acqua riscaldata dalla centrale arriva ad uno scambiatore a cui cede il calore necessario al riscaldamento, mentre l’acqua per usi igienico sanitari circola in tubazioni distinte; l’energia elettrica prodotta dal sistema di cogenerazione, al netto di quella necessaria al funzionamento della centrale, viene immessa nella rete di distribuzione cittadina. 

Il ciclo si chiude con il rientro in centrale dell’acqua che nel frattempo si è raffreddata, senza che nelle abitazioni sia giunto alcun combustibile: maggior sicurezza, assenza di residui e quindi di canne fumarie, manutenzione semplificata e riduzione dell’inquinamento. I locali adibiti a caldaie e serbatoi possono essere utilizzati per altri scopi.

A questi vantaggi in termini di ecologia e sicurezza contro fughe di gas o esplosioni, si aggiungono importanti risvolti economici e burocratici: non occorrono più certificazioni, controlli periodici, verifiche di combustione, pulizia delle canne fumarie; la manutenzione ordinaria e straordinaria delle batterie di scambio è compito dei gestori, solitamente grandi aziende produttrici di energia, aziende municipalizzate, ma anche privati.

Nelle zone già servite da questo sistema non è fatto obbligo di allacciamento, ma in caso di ristrutturazioni importanti, se nelle vicinanze (meno di 1 km) esiste o è prevista una rete di teleriscaldamento bisogna predisporre il collegamento: questo è quanto sancisce il Dpr N° 59 del 2 aprile 2009. Se l’impianto esistente non crea problemi, dopo l’installazione dello scambiatore di calore al posto della caldaia (con minor ingombro), possono essere utilizzate le stesse tubazioni e gli stessi radiatori. Il risparmio rispetto ad
un impianto a gasolio è più evidente che non se è a metano; si può arrivare anche al 20% della bolletta.              

C’E’ DA SAPERE
Riscaldamento autonomo
Per un certo periodo è stato preferito a quello centralizzato, ma una sola caldaia condominiale ha un’efficienza maggiore, pertanto soddisfa il fabbisogno termico con una quantità ridotta di emissioni in atmosfera rispetto alla sommatoria delle singole caldaie.
Il teleriscaldamento amplifica questo vantaggio. 

Impianto di teleriscaldamento
Centrale termica che si sostituisce ad un numero elevato di impianti centralizzati, le emissioni sono più concentrate (si eliminano le emissioni dai camini residenziali), ma controllate da severe norme. La centrale funziona a biomasse e nella rete circola acqua calda anziché combustibile.  

Termovalorizzatori
Si tratta di centrali che attraverso l’incenerimento di rifiuti non riciclabili ricavano energia elettrica e termica; il calore prodotto serve a portare in pressione il vapore che aziona una turbina collegata ad un generatore. Raffreddando la turbina si recupera il calore da immettere nella rete di teleriscaldamento.

Fasce energetiche
Per stabilire i periodi e le ore giornaliere di accensione degli impianti di riscaldamento, l’Italia è stata divisa in sei zone (dalla A alla F) ed ogni Comune è stato incluso in una di queste in base alla media delle temperature rilevate nel corso dell’anno. I capoluoghi di provincia riportati in tabella sono un esempio.

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