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Risparmio economico, sostenibilità e “buone pratiche”

casa passiva rubner

Le buone pratiche rappresentano l’applicazione delle teorie orientate alla sostenibilità. Sono tutte le azioni ed i progetti che hanno come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse, e sono in grado di rispondere alle necessità del presente

Sostenibilità significa anche ridurre i consumi energetici per contenere le emissioni inquinanti; nonostante sia necessario un investimento iniziale, questo si traduce, nel tempo, in un risparmio economico sulle bollette e nella salvaguardia dell’ambiente.

Le strutture aggettanti (terrazzi) possano essere concepite per bloccare le radiazioni solari estive, più dirette, e lasciar passare quelle invernali, più incidenti. Alberi e specchi d’acqua contribuiscono a mitigare l’aria.

Le buone pratiche riguardano sia chi si appresta a costruire una nuova casa, sia chi decide di intervenire con una ristrutturazione, ma interessano tutti in vista di un cambiamento necessario nello stile di vita quotidiano, una sorta di ecologia domestica per mantenere o migliorare la qualità di vita, potendo agire sulle quantità di energia che si consumano.
Dato che finalmente anche in Italia l’innovazione nel campo edilizio e la tradizione architettonica offrono molte soluzioni di sostenibilità, occorre orientarsi sulle possibilità concrete a partire dalle differenti situazioni abitative.

Certamente, costruire una casa singola che non consuma energia, completamente autonoma e autosufficiente, è il coronamento di tutte le buone pratiche… ma non è per tutti.
Cosa fare se si abita in un appartamento che fa parte di un condominio in città e non si ha un tetto per metterci i pannelli solari, o un terreno per usare la geotermia?
Se in un palazzo d’epoca la facciata non permette il ricorso al cappotto esterno, si può considerare che fino alla ricostruzione del dopoguerra, ossia fino agli anni ’40, le costruzioni venivano fatte con solide murature, e si può intervenire dall’interno, integrando il grado di isolamento, oppure si può agire sugli infissi sostituendo i vetri delle finestre con vetrocamere, o si può agire sull’efficienza degli impianti.

Proviamo quindi ad individuare le soluzioni che si adattano ad ognuno, partendo dal top, dalla casistica più ampia, fino a trovare anche piccoli accorgimenti che aiutano a concretizzare una nuova consapevolezza ambientale, nella scelta di materiali per arredi e finiture, o dispositivi tecnici per la riduzione dei consumi.

Il top: costruire ex novo un’abitazione a contatto con la natura

Questa situazione ideale di sostenibilità consentirebbe di:

Queste sono le condizioni alla base di una corretta progettazione bioclimatica che consenta di applicare le tecniche di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Su questi principi sono nate le tecnologie applicate alle case passive, con un altissimo grado di isolamento termico delle pareti perimetrali opache e trasparenti, nonché delle coperture; ciò consente di minimizzare il fabbisogno di energia (per riscaldare, raffrescare e illuminare) di tutti gli impianti che possono essere alimentati da fonti rinnovabili (sole, vento, acqua) ricorrendo a sistemi solari termici, fotovoltaici e geotermici.
L’ottimizzazione dell’impianto si ottiene con un sistema a pannelli radianti a pavimento.
Per il raffrescamento estivo e per migliorare la circolazione dell’aria, l’architettura bioclimatica si sta orientando sul recupero dalla tradizione di sistemi di ventilazione naturale attraverso torri di ventilazione che richiamano i camini del vento delle architetture mediterranee e mediorientali.
Per avere il massimo della biocompatibilità data da un prodotto naturale come il legno, prodotto da foreste nazionali con programma di riforestazione, ci sono i nuovi sistemi di costruzione con tecnologia interamente basata su legname: strutture portanti e pareti in pannelli con incorporati spessori di isolamento termico in fibra di legno.
Questa nuova tecnologia consente di realizzare non solo baite o simili, ma bellissime case anche plurifamiliari in tempi ridotti, avendo a monte una progettazione che ottimizza il calcolo degli spessori e dei rendimenti energetici di tutta l’abitazione, oltre ad ottenere caratteristiche antisismiche.
Ma visto che il suolo non è una risorsa illimitata e non si può espandere l’abitato sul territorio oltre i limiti peraltro già superati dall’invadente cementificazione, è bene operare una politica di recupero dell’esistente.

Ristrutturazioni integrali

Anche chi abita in una villetta o una palazzina può fare molte cose, se ha a disposizione:

In una casa in fase di costruzione, predisporre gli impianti per l’utilizzo dell’acqua piovana raccolta in una cisterna permette di alimentare lo sciacquone del WC, la lavatrice, la lavastoviglie e la caldaia: la durezza dell’acqua piovana è inferiore del 30% rispetto a quella di rete. Inoltre, la si può utilizzare anche per lavare l’auto e per l’irrigazione, unica possibilità, ma non trascurabile, applicabile anche alle abitazioni già esistenti.

Ma il punto fondamentale, ancor prima di produrre energia e parlare di efficienza degli impianti, è conservarla e risparmiarla attraverso tutto ciò che aumenta l’efficacia dell’involucro, ossia: l’isolamento termico. Col sistema detto a cappotto si realizza una coibentazione esterna dei muri perimetrali, aggiungendo gli spessori adeguati di materiale isolante alle pareti e completando il lavoro con la tipologia di finitura adeguata al contesto, tipo intonaco da tinteggiare, oppure con rivestimenti in pannelli che possono essere di legno, di materiale lapideo o di laterizio. L’aumento di spessore delle pareti comporta una variazione alle dimensioni del perimetro dell’edificio e di conseguenza alla sua sagoma, ma fortunatamente la necessità di adeguare i parametri edilizi ai fini del contenimento energetico ha portato alla modifica di molti regolamenti edilizi locali, per cui detto aumento non viene conteggiato come aumento volumetrico.
Se la normativa lo consente, e se c’è la possibilità di usufruire di incentivi per integrare l’investimento, si può prendere in considerazione un tipo di facciata che si basa sul principio della parete ventilata. Questo sistema sfrutta il moto convettivo dell’aria che circola nell’intercapedine fra parete solida coibentata e rivestimento esterno per migliorare la prestazione climatica nel periodo estivo.
Raggiunte le condizioni migliori di isolamento dell’involucro si può passare all’ottimizzazione degli impianti e alla scelta del tipo più idoneo di generatore di calore.

Interventi per il CONDOMINIO

In città, proprio dove si concentrano le emissioni che alterano il microclima e che peggiorano la qualità dell’aria, prevalgono le abitazioni condominiali e spesso ciò ostacola l’applicazione delle buone pratiche per la complessità delle decisioni da prendere, soprattutto per la ripartizione delle spese ma, una volta trovato l’accordo, un condominio può deliberare su vari fattori:

In alcune città, i gestori di energia svolgono anche attività di consulenza sui fabbisogni energetici e sono in grado di quantificare un bilancio costi/benefici delle opere di miglioramento da sottoporre ai condomini, laddove fossero presenti anche incentivi o riduzioni fiscali.
Un insieme sistematico di opere, necessariamente condominiali, può migliorare effettivamente la classe dell’edificio, come risulterebbe dall’analisi dei parametri necessari per la sua certificazione basati sul calcolo delle prestazioni dell’involucro e del sistema di impianti.
Se l’edificio risale la classifica, passando per esempio dalla classe G alla classe B, se non addirittura in classe A, si ottiene un aumento del valore immobiliare, oltre al beneficio nel tempo di ridurre le spese generali e di ogni singolo nucleo!

Interventi per  L’APPARTAMENTO

Se siamo in una situazione in cui il condominio non è in grado di accordarsi, o comunque si è costretti a far da sé, alcune soluzioni possono essere prese in considerazione.

è possibile applicare in corrispondenza delle pareti perimetrali pannelli di materiale isolante che possono essere intonacati o rivestiti secondo lo stile dell’abitazione, magari integrando il rivestimento con l’arredo.
Gli spessori devono essere calcolati in base all’efficacia e il materiale deve avere una composizione tale da non favorire la formazione di muffe da condensa.
La riduzione di superficie interna verrebbe compensata sia dal risparmio in bolletta che da un certo aumento di valore immobiliare che si otterrebbe in caso di certificazione dell’intervento effettuato.
In alcuni casi, nelle abitazioni realizzate intorno agli anni ’70, l’intercapedine d’aria fra muratura esterna ed interna può essere sfruttata per l’inserimento di materiale isolante a base di cellulosa con la tecnica dell’insufflaggio.

Si possono realizzare controsoffittature in alcuni vani come corridoi, bagni, ripostigli e zone cucina, diminuendone l’altezza interna fino ai valori consentiti dalla normativa (2,40 e 2,70 metri per camere e vani soggiorno).
I controsoffitti di cartongesso sono facili da realizzare, di prezzo accessibile, e spesso migliorano l’aspetto della casa sia perché riproporzionano gli ambienti, sia perché con faretti incassati o colori diversi la rendono più attuale.

Nell’involucro edilizio le zone finestrate sono quelle critiche per le fughe di calore in inverno.
Per questa ragione il vetro è fra i materiali in cui l’innovazione ha fatto passi da gigante nelle prestazioni.
Dalla vetrocamera ai vetri basso emissivi con intercapedini a gas argon, fino a quelli con ossidi metallici in grado di mitigare in estate l’effetto serra, i pannelli vetrati e gli infissi sono arrivati ad avere un grado di trasmittanza (u) vicino ai valori delle superfici opache (murarie).
In caso di sostituzione degli infissi il costo è compensato dagli incentivi e dalla loro prestazione in termini di abbattimento dei consumi.
Senza arrivare ad avere una casa troppo sigillata, gli infissi devono avere una buona tenuta, si deve fare attenzione quando si collocano i telai che non si formino ponti termici ed isolare anche i cassonetti degli avvolgibili.

Se l’impianto è autonomo, è conveniente sostituire la caldaia con un tipo a condensazione che sfrutta il recupero del calore dei fumi in uscita, ottenendo un rendimento che arriva a essere maggiore anche del 20%.
Dato che l’impianto può lavorare a temperature più basse (40 °C dell’acqua rispetto ai 65 °C dei sistemi tradizionali), conviene aumentare la superficie radiante: l’optimum sarebbe abbinarla ad un sistema di pannelli radianti a pavimento che danno un ottimo comfort, ma nel caso più semplice si possono aumentare gli elementi dei radiatori in base al calcolo del fabbisogno che si rende necessario per legge.

In base alle dimensioni, al numero dei vani ed all’esposizione delle pareti esterne, si può intervenire sulla variazione delle temperature all’interno del singolo alloggio attraverso dispositivi che aiutano a ridurre i consumi: oltre al termostato ambiente, le valvole termostatiche applicate ai radiatori permettono di regolare la temperatura di ogni singolo vano in base all’uso effettivo ed alle abitudini soggettive.
Se si pensa che ogni grado in più rispetto ai 20 °C comporta un maggior consumo del 6%, una temperatura interna in inverno di 24 °C fa aumentare di un quarto la spesa che, per un appartamento di 100 mq di un alloggio in classe G (80% degli edifici esistenti), si attesta mediamente intorno ai 1500 euro/annui.

Senza imporsi un regime punitivo, conviene rivedere alcune abitudini per eliminare gli sprechi.
Per esempio, quando ci si lavano i denti è inutile lasciar scorrere l’acqua dal rubinetto per riversarla direttamente nello scarico, si sprecano circa 18 litri di acqua in due minuti, che moltiplicati per 365 giorni fanno 6570 litri l’anno, più di 6 tonnellate e mezzo di acqua.
Tradurre anche piccoli consumi in numeri fa sempre un certo effetto: se consideriamo che si consumano circa 220 litri di acqua potabile al giorno per persona, di cui circa 50 finiscono nel WC, si può cominciare a pensare che anche piccoli gesti contribuiscono al risparmio collettivo di risorse e di emissioni che vanno a inquinare aria, acqua e suolo.

Si possono usare alcuni dispositivi che migliorano le prestazioni e la sostenibilità senza comprometterne la qualità:

Una rappresentazione intuitiva per capire il significato delle classi energetiche: la dimensione di ogni casa esprime il fabbisogno energetico, con i colori che virano dalla tonalità fredda del “verde ecologico” a quella calda “rosso infernale” tipico delle dispersioni termiche

Articolo a cura dell’Architetto Elena Ciappi

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