Enciclopedia P

Enciclopedia di Bricoportale. Termini che che iniziano con “P”

Chiamata anche badile è un attrezzo manuale di uso universale ovunque occorra raccogliere o spargere materiale più o meno incoerente (sabbia, ghiaia, terra, foglie secche). La pala ha sempre il manico leggermente incurvato che si inserisce in un cono che fa parte della lama e prosegue sulla sua mezzeria irrigidendo l’attrezzo. La lama può essere a punta acuta, a punta stondata e punta tagliata. Le pale migliori sono quelle forgiate. Più o meno grandi, le pale vanno scelte in base alla forza di chi le deve adoperare (una pala troppo grande stanca rapidamente chi la usa che con una pala a misura delle sue forze può lavorare più a lungo e più efficacemente).

Indispensabile per curvare o piegare il tondino metallico è una sbarra con all’estremità un’espansione aperta da una bocca, più o meno larga col quale afferrare il tondino, stretto nella morsa, e dargli la piega desiderata. La piegaferri deve abbracciare il tondino con esattezza per cui ne occorre una per ogni misura di tondino. Ci sono anche piegaferri a due teste di diversa larghezza d’arco o con una testa a T con due bocche.

Elemento verticale del sistema di allontanamento delle acque meteoriche. È un tubo cilindrico o più raramente di sezione quadrata in cui si scaricano i canali di gronda. Oggi nelle costruzioni civili i pluviali corrono dentro la muratura. A indispensabile corredo del pluviale troviamo le “cadute” cioè i pezzi, terminali o intermedi, che vengono inseriti nei canali e dai quali sporge in basso l’attacco per i pluviali. Per superare la distanza fra il canale e le pareti della casa si usano “curve aperte” e tratti più o meno lunghi di pluviale. Due curve aperte consecutive creano un angolo di 90°. Il collegamento del pluviale agli eventuali pozzetti di raccolta si fa, di solito, con “curve chiuse”, quasi ad angolo retto, calzate sul capo inferiore del pluviale e inserite nella parete del pozzetto.Tanto i pluviali quanto tutti gli altri elementi hanno un’estremità allargata a bicchiere che accoglie la “coda” dell’elemento contiguo. Il bicchiere va sempre in alto, cioè nella direzione opposta a quella del flusso di acqua.

E’ il “motore” degli impianti di irrigazione “goccia a goccia” o a “pop up”. Si tratta di un dispositivo elettronico, azionato a pile o a corrente di rete, collegato alla rete idrica (acquedotto o pozzo o cisterna con pompa) con un rubinetto ad apertura elettromagnetica che può essere azionato ad ore o/e giorni prestabiliti e per tempi prestabiliti (p.es. a giorni alterni dalle 7,30 alle 8 e dalle 19,30 alle 20). Ci sono programmatori ad una sola uscita, chiamata linea, a due ed anche a più linee, ovviamente da scegliere in base alle necessità del nostro “verde”. Il programmatore garantisce l’irrigazione anche quando si è assenti e può essere adeguato alla stagione più o meno arida (p.es. due volte alla settimana in primavera e quotidianamente in estate).

Termine gergale che indica il dispersore di terra. Il dispersore è una punta di acciaio zincato lunga circa 1 m con sezione a croce e la parte inferiore appuntita che viene inserita a mazzate nel terreno fino a lasciare sporgere solamente la parte superiore in cui è presente un occhiello.A questo occhiello viene collegata la  trecciola di rame che proviene dall´impianto di terra dell´abitazione. La puntazza ha il compito di scaricare a terra le eventuali fughe di corrente provenienti da elettrodomestici, apparecchiature o falsi contatti che si scaricano nell´impianto di terra. La parte sporgente della puntazza non deve essere lasciata all´aperto ma incassata in un basso tombino che deve essere sempre tenuto pulito e al quale è possibile accedere tramite un coperchio metallico.