Supersalone del Mobile: makers VS fardasé

Tratto da “Far da sé n.520 – Ottobre 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Si è appena chiuso a Milano il Salone del Mobile, evento molto atteso dopo la mancata edizione del 2020, realizzato in dimensioni decisamente minori: 4 padiglioni contro i 10 utilizzati nelle precedenti, minor numero di espositori e un allestimento continuo in aree non grandi, sviluppate in orizzontale e verticale, senza separazioni tra un’azienda e un’altra. All’interno della manifestazione era incluso “the makers show”, quello che poteva sembrare un evento dedicato ai makers. Di loro abbiamo parlato più volte,  gli artigiani digitali, per lo più giovani, che uniscono il bricolage alle tecnologie digitali. Rispetto a chi ha abilità manuale e conosce tecniche e materiali per realizzare oggetti, mobili, macchine utensili, i fardasé appunto, i makers possono avere anche competenze ingegneristiche che gli consentono di fare uso della robotica, delle apparecchiature a controllo numerico, dei dispositivi per la stampa 3D, il tutto condiviso con licenze libere secondo la cultura senza scopo di lucro che li contraddistingue e che vuole essere alla base di nuovi processi di innovazione tecnologica e produttiva a basso costo.

Naturalmente eravamo molto interessati a questa sezione per le novità e gli spunti che avrebbe potuto portare alla nostra materia; si leggeva: “… design, sperimentazione, nuove tecniche di produzione e ricerca dei materiali per sviluppare produzioni in proprio. Il loro contributo alla mostra rende ancora più esaustiva la diversità nel mondo della creatività dell’abitare, con l’obiettivo di fornire un’immagine collegiale dello stato dell’arte del design indipendente e della sua direzione…” 

I piccolissimi spazi dedicati alle realizzazioni dei makers, sparsi qua e là, anche se in linea con il nuovo format, erano difficili da individuare senza consultare la mappa della fiera e, a malincuore, dobbiamo dire che la delusione è stata grande; certo non possiamo stupirci di fronte a uno schienale di sedia in legno che per essere più comodo è stato leggermente curvato “laminandolo con due parti in legno, ognuna di 4 o 5 millimetri di spessore…”. O da un piccolo armadio realizzato con legni di scarto “…senza finitura laccata in modo da far esprimere completamente la struttura del legno…”, in esemplare unico. 

Sarò di parte ma realizzazioni, tecniche e scelte mi sono sembrate cose scontate per un fardasé, oggettivamente molte delle vostre realizzazioni sarebbero state più meritevoli di una ribalta come il SuperSalone.

Due realizzazioni dei Makers in esposizione al SuperSalone 2021:
Chair in scrapwood e Classic cupboard di Piet Hein Eek.

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