Finitura del legno | Tutto quello che devi sapere

La finitura del legno dipende da molte variabili come la destinazione (interna o esterna), il tipo di legno, il tipo di manufatto (arredamento, decorazione, struttura), l’aspetto finale desiderato e la sensazione al tatto. I tipi di finitura comprendono impregnanti, vernici, oli e cera

Ci vorrebbe il numero di pagine di un’enciclopedia per esaurire un argomento vasto come quello della finitura del legno; non disponendo, ovviamente, di questo spazio, ci limitiamo, come abbiamo fatto nelle precedenti puntate della guida, a fornire alcune indicazioni che permettano di orientarsi fra le mille possibilità, nel tentativo di sprecare poche energie e ottenere un risultato conforme alle aspettative.

Una serie di valutazioni

Consideriamo innanzi tutto due situazioni principali: nuova costruzione e riparazione/restauro; a seguire altre due possibilità circa la collocazione del manufatto, ovvero se sia destinato a dimorare in esterni, con o senza qualche protezione, o in interni. L’incrocio di queste possibilità può obbligare a scelte precise per orientarsi verso una finitura, oltre a condizionare, spesso, anche la scelta del tipo di legno da usare.

Tra l’altro, fra tipo di legno e tipo di finitura si verifica un vero e proprio rapporto di forze a tratti contrastante, a tratti di sinergia: ci sono legni che richiedono la massima protezione, mentre altri quasi la rifiutano, come il teak che per resistere alla pioggia non vuole impregnanti o vernici protettive, al limite soltanto oli essenziali.

Andando oltre, un altro parametro da valutare è il tipo di manufatto, ovvero se si tratti di un complemento d’arredo, una decorazione, una finitura di boiserie, un elemento strutturale e, in quest’ultimo caso, che ruolo abbia sotto il profilo estetico: in buona sostanza, se è previsto che rimanga visibile in toto, in parte oppure finisca per essere completamente rivestito da altri elementi. Particolare è poi il caso dei complementi d’arredo e degli accessori di completamento della casa. I mobili richiedono specifiche valutazioni in base allo stile al quale ci si è ispirati per farli, sempre che non si stia parlando di un restauro o una riparazione, interventi che richiedono la rigida osservanza delle modalità di finitura originali. In opposizione a questa regola, spicca il caso del recupero di un complemento d’arredo obsoleto: solitamente, nell’azione di ringiovanimento estetico, tale manufatto subisce un vero e proprio stravolgimento proprio nella finitura del legno, spesso una tecnica moderna che possa cambiare totalmente connotazione dell’oggetto.

Tatto

Una seconda vista noi l’abbiamo nelle mani. Tutto ciò che tocchiamo deve rispondere a precise esigenze dettate da quelle che sono le nostre aspettative: se passiamo una mano sulla corteccia di un albero la troviamo gradevole al tatto, ma la stessa “matericità” è inammissibile quando ci teniamo a un corrimano. L’esempio può sembrare più pertinente alle lavorazioni che precedono la finitura del legno (piallatura, levigatura ecc), ma quando si parla di mobili e altri oggetti similari, anche la qualità della finitura può esprimere diversi gradi di rugosità, dalla più grossolana (“buccia d’arancio”) alla cosiddetta superficie a specchio, liscissima. Un esempio sono la granulosità nelle applicazioni con certi tipi di rullo oppure le rigature di colore che restano nelle applicazioni a pennello. La superficie deve essere preparata in modo consono, ma il risultato finale dipende anche da come si procede nel corso della finitura del legno.

Tipi di finitura

Gli impregnanti sono prodotti studiati per proteggere il legno e, in tanti casi, per modificarne la tinta facendolo apparire più “nobile”; lasciano in bella vista la fibratura del legno e rimane praticamente intatta la sua gradevolezza al tatto. Agiscono penetrando nelle fibre, quindi la superficie non deve essere impermeabilizzata con altre finiture non compatibili. Il risultato migliore, anche la tonalità di colore, si ha quando il legno è nuovo.

Le vernici trasparenti (flatting) hanno un identico scopo protettivo, lasciano godere appieno della fibratura del legno, ma formano un rivestimento superficiale che non consente il medesimo piacere nel toccare il manufatto, che risulta leggermente più freddo e plasticoso. Quasi tutti i legni nuovi, essendo chiari, impongono una colorazione preventiva, prima della stesura della vernice trasparente.

Per la collocazione del manufatto in interni, la finitura del legno ha una funzione protettiva meno importante e diventa primaria quella estetica. Il massimo livello, in questo senso, è il caso di costruzione o restauro di mobili di pregio, argomento spinoso, che merita un’intera puntata della guida; ma anche stando al di sotto della fascia più alta delle realizzazioni, tutto ciò che si costruisce, restaura, rinnova e ripara per una collocazione in ambiente domestico, necessita di molta attenzione per avere risultati estetici di alto livello.

Per le nuove costruzioni è necessario considerare il tipo di legno utilizzato e valutarne la bellezza; lo si fa per comprendere come poterlo valorizzare, usando un mordente per conferirgli importanza con un colore deciso prima di un’ulteriore finitura, altrimenti, se risulta già bello com’è lo si può rifinire direttamente con oli o cere, neutri o pigmentati.

Altro caso ancora è quando non conviene mostrare il materiale: per esempio se la costruzione è in MDF o in multistrato non rifinito sui bordi, si decide di applicare vernici coprenti colorate. Questi stessi prodotti sono validi anche nel caso di rinnovo o ammodernamento di vecchi mobili con l’intento di svecchiarli, sempre che l’intenzione sia quella di “giocare” con le tinte forti oppure ci sia il desiderio di trovare la nuance con altri elementi dell’arredo.

Le modalità di applicazione

Gli impregnanti possono essere dati a pennello, a rullo, a tampone e a spruzzo. Le vernici coprenti si danno a pennello, a rullo e a spruzzo. Oli e cere si possono stendere a pennello o a tampone, poi vanno tirati con un panno morbido e pulito, che non lasci pelucchi. Quali le differenze sostanziali fra le modalità?

A pennello

L’uso del pennello è l’occorrenza più frequente nella finitura del legno perché è certamente il sistema che si ritiene più congeniale e versatile; lo strumento, a seconda della dimensione e della forma scelta, permette di procedere rapidamente sulle superfici ampie, si presta a raggiungere gli anfratti meno accessibili e consente di essere precisi anche nei dettagli. La qualità delle setole è importantissima; si riscontra un’enorme disparità fra pennelli scadenti, spesso proposti a cifre molto allettanti, e quelli che permettono il raggiungimento di validi risultati.

È una quesione di lunghezza, morbidezza e affinità delle setole con il prodotto che si deve dare. Senza contare che i modelli molto economici tendono anche a perdere le setole durante la stesura del colore, cosa che non deve accadere. Dato che il risultato dipende anche dall’affinità fra pennello e prodotto, bisogna scegliere in base alle indicazioni del produttore: impregnante o smalto, base all’acqua o a solvente ecc.

Se per certi manufatti non ci preoccupiamo se appaiono i segni delle pennellate, per altri vorremmo che non ci fossero. Le possibilità sono due: in caso di impregnanti e mordenzanti, appena stesi, si può passare un panno che non rilasci peli, asciugando l’eccedenza e togliendo contestualmente i segni delle pennellate. Quando questa pratica non è possibile, come nel caso dell’applicazione di flatting o di smalto, si deve assolutamente scegliere un pennello di ottima qualità e, dando più mani, carteggiare ogni volta con carta vetrata sempre più fine, stendendo le ultime mani di colore più diluito.

Pennelli: quali tipo?

Per dare l’impregnante in esterni, a una staccionata, una struttura tipo gazebo o un box di legno, non è necessario acquistare pennelli della più alta qualità, l’importante prenderne uno che indichi la compatibilità con il prodotto da dare. Spesso, infatti, è specificato l’uso ideale del pennello: prodotto all’acqua o a solvente; specifico per impregnante o per vernice coprente ecc. Diverso il discorso se si devono colorare manufatti da mettere in casa, per i quali è richiesta la massima qualità, quindi può essere necessario investire molto nei pennelli.

La misura

In qualsiasi caso è molto importante scegliere bene la misura del pennello: quelli grossi non consentono molta precisione, ma permettono di procedere più velocemente. Solitamente c’è un rapporto fra le dimensioni dell’oggetto e quelle del pennello, ma non è supportato da una regola, se non quella del buon senso che si sviluppa con la pratica.

Pulizia e conservazione

Non è necessario comperare pennelli nuovi per ogni lavoro, anzi; meglio acquistare pennelli molto buoni e pulirli bene dopo ogni lavoro, per averli sempre in perfetta forma al successivo utilizzo. Ogni prodotto ha una modalità di diluizione, anche se è pronto all’uso; di solito, la sostanza necessaria per la diluizione è la stessa che permette una prima pulita dei pennelli, a termine lavoro. Tolto il prodotto che impregna le setole anche nel mezzo, il pennello va lavato a fondo con acqua tepida e sapone neutro; infine va posto ad asciugare in un posto molto asciutto, appeso a setole in giù e avvolto nella carta.

A rullo

Il rullo distribuisce la finitura in modo più uniforme rispetto al pennello, ma ha qualche problema di “gestione” dei prodotti più liquidi, perché tende a schizzare molto, soprattutto se si vuole fare in fretta. Inoltre il rullo ha anche scarse capacità di arrivare in certi punti, per esempio negli angoli e nelle nicchie più strette, e le sue misure sono limitate; sono sostanzialmente 3 (grande, medio e piccolo), quindi poche per far fronte alle più disparate esigenze.

Per concludere l’elenco degli aspetti meno “felici” del rullo, va detto che, con le vernici, sia quelle trasparenti sia le coprenti, a seconda della loro viscosità, il rullo tende a lasciare la cosiddetta “buccia d’arancio” ovvero una superficie non liscia ma leggermente granulosa. Tutti questi aspetti non impediscono che ci siano numerosissimi casi in cui la stesura a rullo sia ampiamente vantaggiosa: uniformità dello strato di colore e velocità di esecuzione del lavoro, soprattutto nelle grandi estensioni e nelle posizioni in cui non si arriva bene con le sole braccia, come i soffitti di legno, le pareti delle case di legno o le palizzate alte, in cui si può usare un bastone di prolunga.

Abbiamo già detto che sostanzialmente esistono solo tre misure di rullo, grande, medio e piccolo; anche in questo caso le dimensioni sono legate a quelle della superficie da trattare, ma c’è anche il fatto che il tipo più piccolo solitamente si differenzia per avere i bordi dritti, quindi è l’unico che si può usare lungo gli angoli a 90°. Quanto alla tipologia vera e propria, i rulli si distinguono per il materiale che li compone, che può essere spugna oppure pelo sintetico; nell’ambito dei due tipi ci sono ulteriori possibilità, in fatto di composizione, spessore, densità e lunghezza (nel caso del pelo). Non è semplice districarsi fra tutte le varianti e persino i produttori talvolta si contraddicono nel sostenere quale tipo si debba utilizzare con lo smalto, l’impregnante o il flatting. Quindi affidiamoci alle specifiche dichiarate, ma annotiamo marca e modello di quelli che hanno dato i migliori risultati e con quale prodotto.

Pulizia

Nell’ambito dei rulli si può procedere regolamente con la pulizia, ma si fa soprattutto con i rulli grandi e di qualità; quelli medi e piccoli di spugna sono più economici, forse si fa più danno all’ambiente se si puliscono, per via dello spreco d’acqua, che a buttarli via.

A spruzzo

Il sistema a spruzzo è quello che, nelle mani di uno che ci sa fare, restituisce i migliori risultati estetici, escludendo ovviamente la finitura del legno dei mobili antichi, per i quali non si usa. Saperci fare significa preparare il prodotto alla giusta viscosità, regolare la pistola per la corretta erogazione per quella viscosità, saperlo distribuire uniformemente e nella corretta quantità, a prescindere dal fatto che la superficie sia uniforme (il piano di un tavolo) o strutturata (il telaio di una sedia).

Tutto questo non è semplice, tant’è vero che molti falegnami preferiscono non occuparsi in prima persona della finitura di certi manufatti, ma affidarla ad artigiani specialisti. Quanto detto, ovviamente, si riferisce all’ottenimento dello stato dell’arte; nella maggioranza dei casi, con le nozioni base e un po’ di pratica, si riescono a tinteggiare a spruzzo con risultati eccellenti tanti manufatti come persiane e scuri, mobili per esterni, le componenti in legno di lampadari, applique e piantane, boiserie ecc.

Cosa serve per verniciare a spruzzo: l’insieme dell’attrezzatura

Se per verniciare a pennello basta quello e per lavorare con il rullo ci vuole in più una vaschetta per sgrondare il prodotto, per verniciare a spruzzo è necessaria un’attrezzatura più complessa e costosa, ma non è sempre così. L’aerografo, ovvero lo strumento che eroga la vernice nella giusta maniera, è solo l’anello finale di un sistema alla base del quale, di solito, c’è un compressore con determinate caratteristiche. Di contorno, l’abbigliamento e le protezioni personali, in particolare occhiali e mascherina, visto che i prodotti vengono nebulizzati e si finisce per respirare qualcosa di dannoso per la salute.

L’aerografo

La pistola può avere il serbatoio messo in basso oppure sopra la linea di erogazione. Il getto è regolabile per adeguare l’ugello alla densità del prodotto e per la modalità di emissione dello spruzzo. Di solito è necessario effettuare alcune prove su pezzi di scarto per le regolazioni del caso, soprattutto quando si applica un prodotto mai usato.

Il compressore

Il compressore è molto importante, perché deve garantire costanza e continuità del getto d’aria, anche se, non dovendo verniciare come fanno i carrozzieri, non è il caso di essere troppo sofistici. Per noi, una grande capienza del serbatoio è importante, ma non essenziale.

I sistemi alternativi

Le minori esigenze della verniciatura a spruzzo sul legno, rispetto al rigore richiesto dalla carrozzeria delle auto, offre la possibilità di utilizzo con successo anche di tanti elettroutensili che sfruttano la tecnica della pistola a spruzzo, ma senza usare un compressore vero e proprio. Anche in questi casi vi è un serbatoio per la vernice e un sistema di erogazione che mescola aria e prodotto nella giusta quantità, quindi eroga il mix da un ugello. Il vantaggio di questi sistemi è quello di potersi recare più facilmente nella zona in cui bisogna verniciare, in pratica essere più comodi negli spostamenti, cosa che capita per esempio nel caso degli arredi in esterni o per per colorare una staccionata che si sviluppa in una lunga estensione.

A tampone

Il sistema a tampone è adatto soltanto per la stesura delle finiture che penetrano nelle fibre del legno, quindi impregnanti, mordenzanti, oli e cere. Permette un ottimo controllo della quantità di prodotto che si distribuisce, dato che si può decidere quanto inzuppare io straccio e poi si può immediatamente rimuovere l’eccedenza nei punti in cui fosse rimasta, ottenendo una stesura uniforme e senza tracce. Un certo limite del tampone è di non essere indicato per le grandi superfici o per le strutture di grande estensione.

La scelta del prodotto

Diciamo subito che per le vernici vale lo stesso discorso fatto per i pennelli: le buone danno risultati nemmeno paragonabili, rispetto alle scadenti, in termini di resa qualitativa e durata nel tempo. Detto questo, la finitura deve rispondere a precise esigenze: deve proteggere? se sì, quanto? il legno è nuovo o ha già una finitura? se è già trattato, come? vogliamo vedere le fibre? se sì, preferiamo rinnovare la finitura dopo qualche anno, senza lunghi lavori di carteggiatura, o preferiamo non avere pensieri per dieci/dodici anni e poi lavorarci un po’ di più per il ripristino? e si potrebbe continuare ancora per molto.

Nel dare risposte ai quesiti posti, diciamo in sintesi che in esterni il legno va sempre protetto; volendo godere appieno della sua vista, usiamo impregnante anti UV di tonalità media o scura (quello trasparente protegge meno), oppure passiamo al flatting scegliendone uno di altissima qualità (può essere necessario dare prima un mordenzante).

Se vogliamo sacrificare la vista del legno per avere la massima protezione diamo un primer e poi una vernice coprente colorata, che offre la massima protezione possibile. Nell’ambito degli impregnanti la qualità ha una valenza di 9, in una scala da 1 a 10; nelle vernici trasparenti ha valenza massima (10)! La qualità del flatting si misura in termini di durata: la vernice di una persiana può durare 3/4 anni se il prodotto è scadente, arriva a 20 anni se è uno dei migliori. Le vernici coprenti e trasparenti come il flatting sono spesso usate in esterni per arredi, accessori ed elementi come gli infissi; negli interni si danno come protettivi ai pavimenti in legno, ma in questo caso non si tratta di semplice flatting, piuttosto del cosiddetto “vetrificante” con alte capacità di resistenza ai graffi e al calpestio.

Parlando di costruzioni che risiedono in ambiente interno, invece, il binomio smalto-legno è molto saldo, perché sono molti gli oggetti che richiedono quel tipo di finitura: giocattoli, oggettistica, accessori, complementi d’arredo, lampadari, applique, contenitori, mobili, mensole, ripiani ecc.

In tanti casi, con realizzazioni meno importanti, tornano utili ancora gli impregnanti, soprattutto se con finitura del legno effetto cera. In questa categoria si trovano anche prodotti in tonalità “strane”, differenti dalle classiche tinte del legno (noce, ciliegio, rovere ecc), come i colori grigio, arancio, azzurro, verde, nero, bianco ecc, che si prestano a moderni abbinamenti stilistici. Queste soluzioni sono applicabili su mobili e complementi di nuova costruzione, perché l’impregnante penetra bene le fibre del legno non ancora trattato, donando correttamente la sfumatura di colore voluta.

Nei mobili interni e nell’oggettistica, pur essendo sempre importante la qualità della finitura, è determinante la procedura e la modalità di stesura. A seconda di quanto si vuole ottenere una superficie liscia e vellutata, si devono ripetere più volte le applicazioni, inframezzandole con levigature sempre più raffinate.

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