Animali e arte

Tratto da “Fai da te n.88 – Giugno-Luglio 2018″

Autore: Nicla de Carolis

Gli animali domestici sono almeno 60 milioni, incredibilmente anche rettili, tartarughe, serpenti e iguane raggiungono la cifra di 1,3 milioni. A pagina 60 troverete un servizio su un simpatico, nel nome e nell’aspetto, animaletto da compagnia, il drago barbuto. Ma gli animali sono da sempre amati dagli uomini basti pensare all’antico Egitto dove i gatti erano venerati, ci rimangono bronzi che li raffigurano e addirittura esemplari imbalsamati. Anche i nostri diretti predecessori avevano una passione per i felini, li troviamo nei mosaici di Pompei e nel corso dei secoli spesso sono stati rappresentati dagli artisti nelle loro opere.

Curiosa l’espressione del leone che si fa togliere la spina da San Gerolamo in questo dipinto del primo rinascimento di Sano di Pietro (1420/1481)conservato al Louvre di Parigi; secondo la leggenda, dopo questa “operazione”, il leone, ammansito, seguiva il Santo ovunque come un cane.

 

Decisamente di altro genere e molto divertente “Dogs playing Poker”, un quadro di Cassius Marcellus Coolidge (1844 /1934), pittore statunitense, che in realtà ne produsse una serie di diciotto, tutti raffiguranti cani che giocano a poker. Pensati per abbellire scatole di sigari, queste opere raggiunsero solo negli anni 90 l’apprezzamento della critica anche per l’ironia con cui rappresentano lo specchio della società dell’epoca che mette a nudo pregi e difetti attraverso una mano a poker.

“La Dama con l’Ermellino”, dipinta fra il 1488 e il 1490 da Leonado da Vinci, sembra ritragga la bellissima Cecilia Gallerani, giovane nobile milanese, all’epoca sedicenne favorita del Moro. In braccio tiene quello che in realtà non è un ermellino, ma un furetto, specie affine e sicuramente più addomesticabile. Ma si raffigura l’ermellino per la simbologia ad esso associata che nei bestiari medievali, per il suo manto candido, rappresenta alcune virtù come la purezza, la genuinità e la pacatezza, oltre ad essere connesso alla nobiltà e alla regalità, tanto è vero che la sua pelliccia veniva usata nelle vesti di papi, imperatori e dogi.

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