Come restaurare un tavolino

Il fascino dei mobili di epoche passate

Alcuni stili non tramontano mai, ci sono complementi d’arredo provenienti da epoche passate che ancora oggi conservano un loro fascino e, anche se malandati, meritano di essere rigenerati. L’incuria e l’abbandono accelerano il degrado di questi manufatti in legno, ma con alcuni interventi mirati di bricolage possiamo recuperarne lo splendore originale.

Restaurare un tavolino di queste dimensioni sembrerebbe un intervento piuttosto rapido, ma per un lavoro a regola d’arte ci vuole comunque tempo e la pazienza del fai da te.

PRIMA STIMARE I DANNI

Occorre valutare lo stato del mobile e capire se i danni sono solo superficiali o anche strutturali: se si devono solo rinforzare le unioni non è un problema, purché le parti combacino.
Riportare il legno a nudo può rivelarsi un lavoraccio, in questo caso complicato dalla tornitura della gamba: certe vernici di una volta si asportano con difficoltà, meglio accontentarsi di uniformare il colore.
Se l’essenza è pregiata, piuttosto che una ceratura, il tavolino da restaurare merita una finitura a gommalacca, lunga e non semplice da eseguire, tanto che un artigiano di un secolo fa lasciava passare, tra una mano e l’altra, anche dieci giorni; questo perché la fretta è nemica del risultato. Infatti, se si tenta di lucidare la gommalacca non asciutta la superficie rimane irrimediabilmente macchiata, bisogna ricominciare dopo aver rimosso la gommalacca applicata con lana d’acciaio finissima.

RESTAURARE IL TAVOLINO

  1. Dopo aver smontato tutte le unioni lasche ed asportato con scalpello e carta vetrata tutti i residui di colla, bisogna verificare che i pezzi siano esattamente combacianti, per procedere ad un nuovo incollaggio.
  2. La vecchia vernice si può eliminare con carta vetrata passata accuratamente su tutta la superficie del tavolino dal restaurare, se si tratta di smalto può rivelarsi necessario l’utilizzo di uno sverniciatore chimico.
  3. Lavando con poca ammoniaca diluita in acqua si possono eliminare eventuali macchie ed uniformare la tinta. Se si deve intervenire su diverse parti, conviene estendere il trattamento a tutto il mobile.
  4. L’antitarlo può essere inoculato direttamente nei fori con una siringa oppure, nel caso di zone piuttosto estese, distribuito a pennello su tutto il mobile, per poi rivestirlo con un nylon ed attendere un paio di giorni affinché il prodotto faccia effetto.
  5. I fori vanno poi otturati con una miscela di colla e segatura molto fine stesa con una spugna, eliminando con un panno la pasta eccedente.
  6. La gommalacca va versata in un contenitore largo abbastanza da immergervi il tampone, che può essere costituito da una pezzuola di lana non colorata da inzuppare, strizzare ed avvolgere in un telo di lino per strofinare la superficie.

UTENSILI

Morsetto, scalpello, segaccio, pennello, spatola, tampone abrasivo, siringa, spugna

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