Specialisti ma eclettici proprio come i FARDASE’

Tratto da “Far da sé n.516 – Giugno 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Sono 3 milioni, il 13,4% del totale, i lavoratori che operano per la sostenibilità ambientale; l’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100mila unità, con un incremento del +3,4%: questi i dati che emergono dal rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, divenuto da anni il punto di riferimento per il mondo di chi vuole unire professione e sostenibilità. Risparmio energetico e sostenibilità ambientale sono le competenze più richieste per trovare lavoro, hanno superato anche le competenze digitali, l’indicazione è precisa: il futuro del lavoro è nelle professioni verdi. Basti pensare all’agenda 2030, il programma d’azione per lo sviluppo sostenibile sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, e a quanto incluso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, redatto dal nostro governo, che al secondo punto mette la rivoluzione verde e la transizione ecologica.
Ecco alcune delle qualifiche green più richieste: il cuoco sostenibile che, oltre a fare piatti gustosi, deve saper prestare attenzione ai marchi di qualità, alle produzioni biologiche e a chilometro zero e, soprattutto, deve ridurre gli sprechi e riciclare al massimo. L’installatore di rete elettrica a migliore efficienza, un elettricista che, mantenendo un continuo aggiornamento sulle novità tecniche, tecnologiche e normative, installa pannelli fotovoltaici con competenze sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Il meccatronico green che sostituirà i meccanici e gli elettrauto, questo dal 2023, e contribuirà a fare un importante passo avanti verso la sostenibilità del settore automobilistico, grazie alle sue competenze di elettronica, meccanica e informatica. L’installatore di impianti di condizionamento a basso impatto ambientale capace di consigliare e montare condizionatori performanti in termini di comfort e di bolletta.
Per non parlare di un ritorno alla terra da parte di tanti giovani che, maturate nuove competenze teoriche, avviano aziende agricole impegnate nel biologico, settore in cui l’Italia primeggia in Europa con una crescita importante della richiesta.
Tutti lavori molto specialistici e green per l’appunto, che prevedono tra l’altro l’attività manuale, a conferma che, anche nel meraviglioso progresso evolutivo in ogni settore, non si potrà, a breve e forse mai, rinunciare al saper fare con le mani. Salta subito agli occhi che questi lavori devono conciliare tante competenze e la capacità di visione d’insieme. Sicuramente lavori di cui si possono misurare i risultati traendone gratificazione e per cui occorre essere specializzati ed eclettici, in grado di mettere a frutto competenze varie, proprio come i fardasé.

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