Come scegliere i lampadari per ogni camera della casa

Rendere più accogliente l’ingresso, far sembrare più grande la sala da pranzo, aggiungere un tocco di stile a un angolo speciale della casa. L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale nell’arredamento di un’abitazione, in particolare i lampadari danno un tocco di classe difficilmente eguagliabile da altri tipi di punti luce; ma come scegliere il lampadario giusto per ogni ambiente? Come orientarsi tra dimensioni, stili, tipi di sorgente luminosa, intensità dell’illuminazione, eventuale possibilità di regolazione di essa tramite dimmer?

Le domande che si pongono dovendo acquistare un lampadario, o lampada a sospensione, non sono poche: occorre una guida alla scelta del lampadario più adatto per ogni camera della casa.

Il lampadario in una stanza diversa dalla sala da pranzo?

I lampadari possono essere usati in ogni stanza: come punto luce primario, ma anche come elemento di arredo, con un’illuminazione meno intensa e completata da altri punti luce. Questo accade con le luci sotto i pensili in cucina, quelle dello specchio nel bagno, le abat jour sui comodini nella camera da letto, le lampade da terra o da tavolo nel salotto, le applique che mettono in risalto quadri e oggetti d’arte, nei corridoi.

Ovviamente sono necessarie alcune accortezze in più per scegliere il lampadario adatto al bagno, alla cucina o alla stanza dei bambini: i materiali del lampadario destinato al bagno devono essere resistenti all’umidità, quelli della cucina facili da pulire, e quelli della cameretta dei bambini robusti, possibilmente infrangibili.

Classico, moderno, originale

I lampadari sono oggetti decorativi, oltre che funzionali, perciò lo stile riveste un ruolo molto importante nella scelta. Si potrebbe pensare che un lampadario debba sempre essere intonato all’arredamento della stanza, ma alcuni contrasti tra classico e moderno possono dare risultati esteticamente molto validi. In linea generale: il metallo cromato e l’acciaio, le strutture geometriche e lineari, contraddistinguono i lampadari con un design moderno, mentre il bronzo e i “bracci”, sono legati ad uno stile più classico, come anche le decorazioni elaborate.

Comunque, se si dispone di un ambiente sufficientemente grande, qualsiasi sia l’arredamento, i lampadari importanti potranno divenire l’attrazione principale, magari messi in risalto da un rosone sul soffitto.

Come si calcola la dimensione del lampadario in base alla grandezza della stanza

Una regola matematica che ci permette di calcolare la misura del lampadario adatta alla stanza in cui lo posizioneremo, è quella di sommare la misura in metri dei due lati della stanza e moltiplicarla per 8. Il numero che ne risulta sarà il diametro in centimetri che dovrebbe avere il lampadario.

Naturalmente si tratta di misure indicative: un lampadario molto bello e importante può anche essere un po’ più grande, sempre che l’altezza del soffitto lo permetta. I soffitti sotto i tre metri impongono infatti la scelta di illuminare le stanze ampie con due lampadari più piccoli, in quanto sarebbe sgradevole vedere la stanza “ingombrata” da un’unica lampada grande e posizionata troppo in basso. La lunghezza del cavo dovrà infatti essere di circa 50 centimetri in caso di soffitti normali, mentre può superare il metro solo nei loft e negli open space.

E se c’è un tavolo sotto il lampadario?

Altra regola matematica: il diametro del lampadario deve essere compreso tra ⅓ e ½ della lunghezza massima del tavolo da pranzo. Un lampadario tradizionale per la zona pranzo ha 4 o 6 luci, schermate in modo da non abbagliare i commensali. Per quanto riguarda l’altezza, si dovrà mantenere una distanza dal piano del tavolo compresa fra 70 e 90 centimetri. Il lampadario sarà posizionato in corrispondenza del centro del tavolo stesso, o simmetricamente con spazi equidistribuiti se si tratta di posizionare due o più lampadari.

Molto pratica, dove lo stile moderno della lampada a sospensione lo consente, la scelta del cavo saliscendi, che permette di regolare l’altezza del lampadario a seconda dell’uso: in alto per non offrire ostacoli alla vista che farebbero percepire lo spazio come angusto, più in basso al momento di sedersi al tavolo.

Luce che occorre per illuminare una stanza: lumen e watt

I lampadari possono essere la fonte principale di illuminazione in una stanza, ma anche quella secondaria, come nel caso di alcuni lampadari d’antiquariato decorativi. Una volta stabilito di quanta luce si ha bisogno in un ambiente, si potrà stabilire la porzione che sarà coperta dalla luminosità del lampadario, e scegliere di conseguenza le lampadine.

Né fioca né intensa, calda o fredda: per misurare la quantità (intensità) di luce si usano i lumen e i watt, i Kelvin per la tonalità (temperatura).
Il watt, cioè la “potenza” di una lampadina, è un metodo antiquato di misurazione, che si basa sul consumo di corrente elettrica più che sulla luminosità della lampadina ed è utile solo per le sempre meno usate lampade ad incandescenza tradizionali. Più giusto far riferimento ai lumen, cioè l’intensità della luce; le lampade LED, infatti, sono in grado di fornire anche più di 60 lumen per un solo watt di consumo.
Ci sono formule per calcolare quanti lumen occorrono per ogni stanza; importanti da conoscere, anche se si tratta di indicazioni da adattare ai propri gusti e esigenze personali, e non di regole. Si ritiene che per illuminare adeguatamente corridoi, disimpegni e camere da letto saranno necessari tra i 50 e i 150 lumen per mq, mentre per salone e zone lettura o per cucina e zona pranzo, tra i 200 e i 500 lumen per mq. Nel bagno, si dividono per convenzione i lumen tra lampadario (100/150 per mq) e luci dello specchio, raggiungendo anche i 400 lumen totali.

Scegliere dei prodotti di qualità è essenziale per avere la certezza che durino nel tempo e che assolvano alla loro funzione principale, ovvero illuminare l’ambiente; a tal proposito, da Leroy Merlin è possibile trovare un ampio assortimento di lampadari molto luminosi e strutturalmente resistenti.

Luce calda, fredda o neutra per il lampadario?

La tonalità della luce si misura in Kelvin: va da calda (meno di 3.300 Kevin e sfumatura verso il giallo-arancione) a fredda (più di 5.300 Kelvin e sfumature verso l’azzurro). In realtà, per l’illuminazione di casa e quindi per i lampadari, sono usate le tonalità neutre intermedie e più naturali, tra i 3.300 K e i 5.300 K.
Una luce tendente al bianco-azzurrino aiuta la concentrazione e stanca meno la vista (rivelandosi adatta alla cucine, alle zone di lettura e di studio), mentre le tonalità aranciate favoriscono il relax (utili quindi in camera da letto e per il lampadario del salone e del bagno, affiancati da altri punti luce con lampade da tonalità più fredde).
Ci possono essere eccezioni: ad esempio un lampadario dal design moderno, in metallo, sarà valorizzato da luci fredde, anche se posizionato nel salone.

Le lampadine LED, che hanno sostituito le vecchie lampadine ad incandescenza e parte delle alogene, sono disponibili in una vasta gamma di tonalità. Inoltre, la luminosità delle lampade LED è regolabile grazie all’installazione di un dimmer (variatore di luce / variatore di luminosità / varialuce) al posto dell’interruttore tradizionale. Con questo dispositivo elettronico si può non solo accendere e spegnere, ma anche modulare l’intensità della luce. Alcune lampade alogene tra quelle ancora in commercio sono dimmerabili e consumano relativamente poco, inoltre possono riprodurre la forma vintage e la tonalità di luce delle vecchie lampadine tipo Edison, o altre forme interessanti dal punto di vista del design.

Diffusori e paralumi: i “vestiti” delle lampadine

Finita l’epoca delle candele e degli stoppini, delle lanterne all’acetilene e ad olio, in cui il paralume era necessariamente di vetro; alla fine dell’800, con l’elettricità e le lampadine, i paralumi e i diffusori divengono una parte fondamentale di lampade e lampadari, un vero e proprio elemento di arredo.
Le funzioni fondamentali del paralume e del diffusore sono di schermare, ammorbidire e sfumare la luce, di dirigere il fascio luminoso. I piccoli paralumi a tronco di cono, in tessuto e uno per ogni lampadina, sono tipici dei vecchi lampadari a più bracci; mentre i paralumi per i lampadari moderni tendono ad essere più grandi e, soprattutto, prodotti in un’ampia varietà di materiali semitrasparenti. Senza filtrare, ma piuttosto riflettendo la luminosità e indirizzandola, i diffusori si aggiungono alle possibilità di “vestire” le lampadine. Colori, forme, materiali, rendono praticamente infinite le possibilità di scelta, per poter abbinare il lampadario a qualsiasi tipo di arredamento.

Lampadari fai da te

E se tutti i lampadari in commercio non bastano, chi possiede abilità manuale e qualche conoscenza tecnica in fatto di elettricità può acquistare il materiale per realizzare un lampadario con le proprie mani: cavi in tessuto o silicone, portalampade, diffusori, paralumi anche homemade, e un po’ di fantasia, possono aiutare a creare lampadari dalle forme estrose e personalizzate.

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