Gli strati che compongono il tetto a falde

827-0-tetto_coppiIMGUn tetto a falde è composto da vari strati funzionali: la struttura portante, con il compito di sopportare i carichi che gravano su di essa; la barriera al vapore che evita la condensazione negli strati; l’isolamento termico, dimensionato per raggiungere i requisiti richiesti; lo strato di ventilazione che assicura il ricambio d’aria; il manto di copertura che costituisce lo strato di tenuta ad acqua, neve, vento.

A seconda del numero di falde ed alla loro geometria il tetto può essere definito in vario modo (a capanna, a padiglione, ecc), ma occorre fare in modo che le falde abbiano la stessa pendenza e ridurre all’indispensabile le zone di compluvio da proteggere con converse.

L’orditura del tetto si compone di una primaria ed una secondaria (o grossa e piccola orditura); nel nostro Paese la primaria si realizza secondo due sistemi: alla piemontese o alla lombarda.
Il sistema alla piemontese si basa su una trave di colmo, che poggia su capriate o direttamente su un muro di spina, e da travi che seguono la pendenza delle falde; queste appoggiano sulla trave di colmo e su un’altra fissata al muro perimetrale.
L’orditura alla lombarda è invece formata da travi parallele alla linea di gronda poggianti su capriate o su muri trasversali; l’orditura secondaria è formata da listelli con un determinato interasse, la cui disposizione dipende dall’orditura primaria, e da un eventuale tavolato.

Scopo della barriera al vapore è proteggere l’isolante dalla condensa generata per effetto del vapore acqueo che si forma per differenza termica tra ambiente interno ed esterno; anche gli isolanti sono permeabili a questo flusso e la loro traspirabilità va quindi ridotta.

Quanto all’isolamento, occorre distinguere se il sottotetto è abitabile o non abitabile: nel primo caso lo strato isolante si può inserire sotto la struttura portante, specie nei tetti esistenti, o sopra se il tetto è di nuova costruzione. Nei sottotetti non abitabili l’isolante si può posare sull’estradosso del solaio di copertura, ricoprendolo con un massetto per renderlo agibile.

La ventilazione ha lo scopo di portare maggior benessere all’interno dell’abitazione e prevenire la formazione di umidità nei sottotetti: attraverso una camera d’aria tra isolante e copertura, l’aria calda prodotta dall’irraggiamento solare sale per convezione lungo la falda fino al colmo, da dove esce attraverso sfiati predisposti, mentre d’inverno con questo accorgimento si evitano formazioni di umidità.

Il tetto a falde è una copertura discontinua: il manto è realizzato solitamente con tegole, per lo più di laterizio, ma non mancano tegole di cemento, bituminose, lastre di fibrocemento o di pietra, materie plastiche o metallo.
La pendenza delle falde varia in funzione della possibile esposizione e precipitazioni nevose; sono considerate normali le pendenze comprese tra il 30 ed il 45%, per pendenze leggermente inferiori, fino al 25%, sono preferibili i coppi, mentre una copertura in tegole marsigliesi può arrivare ad una pendenza del 50%.  

LA STRUTTURA DI LEGNO

I moderni sistemi costruttivi hanno portato alla modifica dei criteri utilizzati in passato. La struttura viene realizzata con travi pretrattate con prodotti impregnanti allo scopo di preservarle da tarme ed usura, rette dai muri portanti, e paralleli a distanza adeguata per reggere il tavolato. Il legno ha già di suo un potere isolante, pertanto tale copertura collabora al raggiungimento dei valori d’isolamento richiesti; le sue caratteristiche meccaniche, specie del legno lamellare, assicurano un’ottima tenuta e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la struttura ha buona resistenza al fuoco.
Oltre ad avere un peso contenuto offre il vantaggio di poter essere lasciata a vista.

LA STRUTTURA DI CEMENTO

I tetti di laterocemento sono di solito costituiti da una parte realizzata con calcestruzzo armato con funzione strutturale ed una composta da laterizio o espanso allo scopo di alleggerire la struttura.
Sono utilizzati in prevalenza per coperture di fabbricati industriali. Una struttura di questo tipo è decisamente più rigida rispetto ad una di legno e non sempre è possibile in zone a comprovata sismicità; vanno rispettati criteri per rendere le strutture “non spingenti”, ma in zone che hanno subito terremoti è stato dimostrato che i tetti di cemento armato hanno causato danni maggiori di quelli di legno.

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