Costruzione impegnativa di una panca da giardino fai da te che si compone di quattro parti (sedile, spalliera e due pezzi laterali) e si realizza in Red Cedar, legno simile al mogano, leggero, profumato e resistente alle intemperie
Questa sontuosa panca da giardino richiede di tagliare, sagomare, incastrare, fresare e scolpire più di quanto si possa immaginare: è un progetto riservato ai più abili e meglio attrezzati.
La nostra panca fai da te, con sedile lungo 1300 mm, è composta da quattro parti da costruire separatamente e collegare assieme una volta completate:
il sedile, che è la parte più semplice,
la spalliera, un po’ più complicata,
i due pezzi laterali che mettono a dura prova l’abilità del realizzatore e riuniscono in un pezzo unico le gambe e i braccioli.
I lunghi piedi sono il prolungamento dei montanti dei braccioli, rastremati, decorati con la fresa e arricchiti da cornicette in 1/2 tondo; piedi del genere, muniti di attacchi a spinotto, sono comunque fra i semilavorati più comuni e facili da trovare.
Come progettare una panchina per esterni
Cosa serve per costruire una panchina da giardino fai da te (numeri riferiti al disegno)
Si indicano le misure lorde delle assi di cedro rosso dalle quali si ricavano i diversi pezzi. Le misure sono in mm.
4 assi da 38x190x880 (1) da accoppiare a 4 assi da 26x190x880 (2), per ottenere i montanti dei braccioli. Dalle tavole 26x190x880 si ricavano anche 10 stecche (8) della spalliera e 16 zeppe (13) reggisedile;
6 assi 26x110x388 (3) da unire a formare il bracciolo;
16 assi 26x500x140 da cui ricavare le stecche (4) dei braccioli e 16 stecche (8) della spalliera;
Per realizzare le modanature sui longheroni della panca da giardino (10) e sulle traverse (6) bisogna preparare una dima a semicerchio contro cui guidare la fresatrice munita di copiatore interno e fresa a mezzo tondo. Entrambi i pezzi vanno suddivisi in settori perpendicolari ai lati lunghi e distanziati di una misura pari al raggio del semicerchio. La foto spiega meglio di qualsiasi scritto il modo di procedere.Per alcune fresature, per esempio, la smussatura delle stecche di schienale e braccioli della panca da giardino, è necessario disporre un supporto da fissare al banco con morsetti che permetta di utilizzare la fresatrice come una toupie; lo si può realizzare con pochi scarti di legno, il tempo che si impiega è ben investito.La fresatrice capovolta si fa scorrere in una sede predisposta con listelli a misura dell’altezza della suola, senza che sia minimamente lasca.Le due barre guida si inseriscono passanti in fori aperti nei listelli laterali.Con altro legno di scarto si può costruire la guida di appoggio, bloccata da galletti che scorrono in sedi asolate per la regolazione.
Gambe impegnative, ma anche semilavorate
Il progetto prevede la realizzazione delle 4 gambe partendo da assi incollate sovrapposte, con tutte le lavorazioni che seguono e l’attenzione necessaria per ottenere elementi quasi identici, pur con le preziose differenze che l’esecuzione artigianale ha come conseguenza. Ciò non toglie che ci si possa risparmiare una parte di lavoro partendo dai prefiniti in legno per mobili e ringhiere.
Le quattro facce di ogni piede della panca da giardino autocostruita si decorano con scanalature mezzo tonde che formano un trapezio molto allungato. Sul “nodo” con i longheroni del sedile, la scanalatura forma una farfalla stilizzata. Le facce esterne dei montanti, dal sedile fino al ricciolo, sono decorate da due scanalature, una periferica che percorre tutto il bordo, girando nel ricciolo, e una centrale (attenzione a centrarla!) che al ricciolo si arresta. A circa quattro dita da terra il piede viene circondato da una cornicetta di listello mezzo tondo che gli dà un’aria di ben finito. Per rastremare a piramide tronca la base delle gambe della panca da giardino si può ricorrere sia direttamente alla pialla, sia a quattro tagli obliqui di sega seguiti dalla piallatura. Marcata la posizione delle modanature, queste si realizzano prima incidendo il legno con una sega, meglio se a dorso; lavorando di scalpello prima, raspa e lima poi, si portano a misura esatta (qui farebbe comodo un seguisagoma ad aghi).
Bracciolo sagomato con un gran ricciolo
Si realizza la sagoma, in masonite temperata, dei pezzi curvi dei montanti. La sagoma dev’essere larga 65 mm fino al ricciolo Ø 110 mm e va riportata sulle otto tavole da 190×880 mm, lasciando sporgere la gobba più esterna.Il contorno della sagoma si segue con una sega a nastro con lama piuttosto stretta tenendosi appena all’esterno della traccia. ll taglio delle tavole deve cercare di lasciare integri i due pezzi esterni “di scarto” che serviranno per completare la curva del ricciolo e ricavare parte delle stecche della spalliera.Ogni montante spesso 38 mm si accoppia con uno spesso 26, per uno spessore di 64. Vanno usati colla a prova di umidità e molti strettoi. I pezzi non si devono spostare durante l’incollaggio perché poi sarebbe difficile regolarizzare le giunture.Dagli scarti del taglio si ricavano otto pezzi curvi (spessi 38 e 26 mm) e altrettanti listelli diritti. Questi si incollano a coppie e all’esterno della curva, dove i montanti sono tagliati a filo della tavola, gli altri servono come appoggio per gli strettoi. Per maggior tenuta conviene incollare gli spessori sfalsandone la giunzione rispetto a quella dei montanti.A colla perfettamente asciutta, si riprende la sagoma di masonite e si traccia la linea di taglio per completare armoniosamente la curvatura dei braccioli. La distanza fra la linea di taglio e quella di riferimento dipende dal tipo di lama e dalla precisione della macchina.Per levigare servono bene tutte le levigatrici, sia portatili (a nastro, orbitali, rotorbitali, ecc) sia fisse (a disco o a nastro). Per le curve interne serve un tamburo abrasivo (grosso per la curva principale e piccolo sotto il ricciolo).Incollando tre a tre le sei tavolette da 26x110x388 mm, meglio se invertendo la vena dall’una all’altra, si fanno due parallelepipedi di 78x110x388 mm. Alla base di una delle facce larghe di ogni blocco si aprono le otto mortase per le stecche; la disponibilità di una mortasatrice garantisce il perfetto allineamento e l’assoluta uguaglianza delle sedi.
Le stecche ricurve dei braccioli
Nelle due facce minori del bracciolo si inseriscono le spine Ø 10×40 mm che lo fisseranno agli stanti. Montato in bianco il bracciolo, vi si marca il contorno dei riccioli degli stanti; la cosa va fatta bloccando i tre pezzi con uno strettoio di adeguata lunghezza, omesso nella foto per maggior chiarezza.Liberato il bracciolo, comincia il delicato lavoro di sega, pialla e raspa per arrotondarlo quasi alla forma definitiva.Le stecche curve sono in tutto 42: 16 lunghe 465 mm, per i braccioli, e 26 lunghe 370 mm per la spalliera. Preparate le sagome, di masonite o simili, se ne traccia il contorno sulle 16 tavole da 140×500 mm e, per le altre dieci stecche da 370, sugli scarti delle assi usate per gli stanti.La vicinanza fra i due pezzi da tagliare obbliga a fare ancora più attenzione nel lavoro di sega: conviene prima fare i tagli esterni e poi quelli per dividere le stecche. Il particolare mostra quanto legno “mangi” una sega ben stradata.La sega a nastro, con un sostegno opportuno, può servire anche a preparare i tenoni sulle tavole che costituiscono il sedile e i suoi bordi.Levigate, come visto per i montanti, le quattro facce di ogni stecca, dai loro capi si ricavano i tenoni, larghi per i braccioli, stretti per la spalliera. Smussati alla fresa gli spigoli di tutte le stecche, aperte nelle due tavole 5 di base le mortase per le stecche e le tavole del sedile, gli elementi delle griglie laterali sono pronti da montare.
Completare i fianchi
Le stecche curve dei braccioli si inseriscono sulla tavoletta 5 stabilizzandole con viti inserite sbieche da dentro le mortase destinate a ricevere le tavole 12 del sedile, incassandone le teste.Fatto ciò, bisogna completare l’assemblaggio dal lato opposto…… e occorre ingegnarsi per mettere l’insieme in morsa dopo l’incollaggio. Su ogni stecca si fissa un morsetto, interponendo tra le ganasce pezzi di legno di scarto; ai morsetti si legano poi strisce di gomma ricavate da una camera d’aria che vanno tese legandole alle viti inserite da sotto, lasciate temporaneamente sporgenti.Il passo successivo è il completamento dei braccioli con l’incollaggio dei pezzi 1 e 6; quest’ultimo è provvisto di tenoni che si inseriscono nelle mortase delle gambe. L’insieme si incolla fra i montanti, stringendo il tutto con strettoi o cinghie.A colla asciutta qualche delicata passata di pialla porta il cilindro del bracciolo a filo coi riccioli degli stanti.
Predisporre la seduta
I sei pezzi del sedile, due di taglio e quattro di piatto, si incastrano e incollano nelle mortase delle fiancate dopo aver fissato tra i longheroni la traversa 11 (spinatura cieca o tenone e mortasa).Nello stringere in pressa occorre proteggere adeguatamente le parti fresate. A colla asciutta, si taglia alla misura esatta il bordo anteriore 9 e lo si fissa sul longherone anteriore a filo con le fiancate.Per aiutare la tenuta dei tenoni della seduta, lunghi, per necessità di cose, solo poco più di 15 mm, ogni lista è retta anche da due tacchi contrastanti le traverse delle fiancate, incollati e fissati con viti dal basso e di fianco (qui non ancora inserite).Liberamente ispirata allo stile Reggenza, la panca, con la rifinitura più adeguata all’ambiente, non sfigurerebbe neppure in un salotto elegante. Anche se rimane ancora da montare lo schienale, arrivati a questo punto è già possibile “collaudare” la seduta e testarne la robustezza.
Lo schienale
Oltre alle 26 stecche abbiamo solo altri due pezzi, la base e la sommità, listelli aperti da mortase che nella prima sono sulla faccia larga e nella seconda in quella stretta. Mentre i tenoni per la base sono in linea con il corpo della stecca, quelli per la sommità vanno tagliati di sbieco, 13 in avanti e 13 all’indietro, così da inserirsi correttamente nelle mortase.Al momento di collegare lo schienale alla panca è abbastanza probabile incontrare un po’ di difficoltà e dover apportare qualche modifica per completare il lavoro; avendo lavorato bene, come lascia presupporre la stabilità della panca, si tratta tuttalpiù di modesti adattamenti.La parte sommitale 7 della spalliera si inserisce nella sede ricavata sul pezzo 1, si incolla e, a presa avvenuta, si liscia la superficie. La panca da giardino finita misura 1800 mm di lunghezza, 510 di larghezza e 850 di altezza; la seduta, con i suoi 1300 mm utili, offre uno spazio molto comodo per due persone, ma all’occorrenza c’è posto anche per una terza persona.
Panchina progettata per rimanere all’aperto
Prevista per rimanere all’aperto, non smaltata, ma semplicemente protetta con impregnante e olio a saturazione, la panchina fai da te richiede un legno idoneo a resistere alle avversità atmosferiche.
Quale legno utilizzare?
Ideali sarebbero il teak e i legni dello stesso tipo, il cui unico difetto sta nel prezzo; qui si propone l’uso del Red Cedar che è della stessa famiglia del mogano.
Nonostante il nome, non ha nulla a che vedere con il cedro del Libano, al quale però somiglia per il profumo che emana non solo durante il taglio, ma anche dopo diversi anni, per il contenuto di resine che lo proteggono dalle intemperie e per il colore dorato tendente all’arancio.
Lo si trova nei magazzini meglio forniti, in tavole di dimensioni e spessori variabili. Nell’elenco del materiale sono indicate tavole spesse 38 e 26 mm, le misure più facili da trovare; i pezzi di maggior spessore, infatti, si ottengono incollando fra loro due o più tavole.
I vantaggi del Red Cedar
Facile da tagliare (anche se tende a impastare le lame della sega), levigare e tirare a lucido (non a specchio), alle viti e ai chiodi preferisce l’uso di spine o tasselli piatti che garantiscono una tenuta maggiore rispetto ai fissaggi metallici.
Il vantaggio principale del Red Cedar sta nella sua leggerezza (peso specifico 0,5), cosicché l’intera panca legno fai da te possa agevolmente essere spostata da una sola persona, anche se in due è meglio.
Gli strumenti da utilizzare
Gli ebanisti del passato riuscivano a fabbricare mobili bellissimi usando solo strumenti manuali, ma è senz’altro più comodo l’uso delle macchine elettriche che non solo risparmiano la fatica fisica ma, dotate come sono di accessori di guida, garantiscono la precisione del lavoro.
L’elevato numero di pezzi curvi richiede una sega a nastro a lama stretta o un robusto seghetto da traforo montato a banco, dischi e tamburi abrasivi per levigare rispettivamente l’esterno e l’interno delle curve e, soprattutto, un’abbondante dotazione di strettoi, indispensabili per tenere in pressa le griglie dei braccioli e della spalliera.
Necessaria anche la fresatrice, usata tanto con le guide parallele e il copiatore interno quanto montata al banco o alla colonna. Consigliabile anche l’uso della mortasatrice (ci sono da fare la bellezza di 94 mortase).
Buongiorno, progetto molto bello. Per caso sarebbero disponibili i disegni costruttivi. Grazie.