Costruito interamente utilizzando gli elementi di un vecchio serramento, questo tavolo fratino allungabile fai da te può essere ampliato in pochi secondi
Ancora una volta presentiamo un progetto, in questo caso un tavolo fratino allungabile fai da te realizzato praticamente senza “spreco di risorse”, un criterio che nella civiltà dei consumi sembra identificarsi con un’inversione di tendenza piuttosto recente, a tratti una moda, ma che i nostri lettori hanno nel DNA da sempre.
Come progettare un tavolo fratino
Legno di castagno e materiali di recupero
La costruzione di questo tavolo fratino allungabile con tanto di estensioni ha come protagonista il legno di castagno recuperato dal telaio di una finestra e dal relativo oscurante esterno, sostituiti con altri più funzionali: quello che per la maggior parte delle persone era materiale destinato alla discarica, per il nostro lettore Rodolfo Rocco si è rivelato ancor meglio del nuovo, soprattutto gratis.
Il contesto in cui inserire un tavolo fratino allungabile
Il contesto rustico dell’ambiente cucina-tinello, in cui era prevista la collocazione del tavolo fratino allungabile, ha permesso di evitare lavorazioni particolarmente sofisticate; le unioni passanti a tenone e mortasa, utilizzate nell’assemblaggio del sostegno, offrono la necessaria robustezza, contribuendo a caratterizzare lo stile del mobile.
Tuttavia è indispensabile restituire al legno di recupero un aspetto dignitoso, eliminando i segni del tempo e del precedente utilizzo con passaggi di pialla, prima di passare alla costruzione e provvedendo poi alla stuccatura delle imperfezioni, prima della fase di finitura. Il meccanismo di estensione è molto semplice, bastano 4 strisce di piattina inserite in fresature praticate sotto il piano del tavolo fratino allungabile fai da te.
Come costruire un tavolo fratino
Dopo lo smontaggio della ferramenta e la rimozione di viti, chiodi o qualsivoglia elemento estraneo, le tavole vanno piallate per ottenere facce piane e riportare alla luce il legno nuovo.Qualche elemento può presentare fessurazioni e richiedere un intervento localizzato di incollaggio ed essiccazione in pressa prima di affrontare il lavoro.Le gambe sono costituite da due telai formati da travetti 60×60 mm giuntati con incastri a tenone e mortasa; in questa fase si vede la preparazione dei tenoni della traversa inferiore…… che devono inserirsi nelle mortase aperte nei montanti del telaio.Mentre i tenoni si realizzano velocemente con la circolare da banco munita di guida parallela, per aprire le mortase, essendo passanti, si può utilizzare un multiutensile a oscillazione.Dopo aver giuntato di costa le tavole che compongono il piano tramite spinatura, sulla faccia inferiore si realizzano le fresature atte allo scorrimento dei ferri piatti 400x40x4 mm che permettono l’estensione del tavolo.I telai si collegano al piano del tavolo tramite lunghe spine che attraversano la traversa superiore e si conficcano cieche nelle tavole.I due telai si collegano, nella parte superiore, tramite due traverse 800x40x25 mm, anche queste a tenone e mortasa aperta; l’incastro si stabilizza con l’inserimento di una vite che attraversa il tenone.Al centro della traversa inferiore di ciascun telaio si apre uno scasso per il montaggio di una tavola da 800x80x25 mm che irrigidisce il tutto.I ferri piatti sono mantenuti in sede da piastrine di ferro avvitate al piano; le due estensioni, anch’esse fresate nella parte inferiore, si collegano al piano con cerniere a metro che permettono di ripiegarle sotto il piano.
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Il tavolo chiuso offre un piano da 1000×600 mm, la superficie ottimale per 4 commensali.Due piastrine sagomate trattengono le estensioni aderenti al piano; all’occorrenza basta ruotarle verso l’esterno di 180°, ribaltare in alto entrambe le estensioni ed estrarre i ferri piatti, in questo modo il tavolo si allunga di 40 cm e offre posto per altri due ospiti.L’ingombro dei telai non lascia molta libertà di movimento per le gambe dei commensali, ma se la cuoca sa il fatto suo è un disagio che si sopporta volentieri.La finitura, dopo un’ultima carteggiata, prevede la stesura di un mordente color noce e l’applicazione a spruzzo di un prodotto turapori.
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