Bagno a colori di oggi e bagno blu di D’Annunzio

Tratto da “Rifare Casa n.74 – Marzo/Aprile 2021″

Autore: Nicla de Carolis

L’articolo che troverete a pagina 90 è una parata di colori con cui rinnovare il bagno, in particolare con i nuovi sanitari di ceramica per i quali la scelta è davvero ricca e originale, dai neri ai blu, “ispirati agli oceani profondi”, alle gamme dei tortora, “ispirate alle dune del deserto”, con finitura lucida, ma anche opaca, tutti colori che mirano a migliorare il nostro benessere e illuminare il nostro quotidiano. Le forme sono morbide e inusuali, con lavabi da appoggio, wc/bidet sospesi, vasche freestanding, nulla che ricordi gli antenati già di moda negli anni ‘60 in tinte pastello rosa, verdino, azzurrino, un vintage di sicuro non memorabile. Ciò che invece risulta memorabile, parlando di bagno a colori, è quello personale di Gabriele D’Annunzio, scrittore, poeta e tante altre cose, nella sua ultima residenza, 1921/1938, il Vittoriale a Gardone Riviera, un complesso di edifici, vie, giardini, teatro, il tutto visitabile… covid permettendo.
Fu una vera innovazione per quel periodo, con sanitari blu in ceramica, della Ideal Standard (esisteva già), i primi di questo tipo installati in Italia, rimasti meravigliosamente brillanti e intatti nel tempo. Questo famoso bagno, che colpisce il visitatore, è un ambiente cupo e, come peraltro tutto il resto della casa, stipato di “pezzi” di ogni genere, compresa una quantità incredibile di spazzole… anche se D’Annunzio era calvo; suddiviso alla francese con wc separato e altri sanitari in una stanza attigua dove oltre alla vasca, al lavabo e al bidet sono collocati più di 600 oggetti i cui toni dominanti sono il blu e il verde. L’architetto Giancarlo Maroni, che fino all’ultimo curò i lavori di ristrutturazione e gli ampliamenti della proprietà del poeta, nel 1931 chiamò addirittura il mitico Gio Ponti, già in auge, anche perché fondatore della rivista DOMUS, per realizzare il famoso bagno blu. Il resto, per rendere assolutamente esclusivo e inedito questo bagno, fu la passione per l’accumulazione del poeta, diventata oggi un canone estetico, che alla sua epoca nessuno concepiva, qualcosa di molto diverso dal collezionismo che D’Annunzio rifiutava dicendo che “i fissati collezionano”. Pavimenti coperti da tappeti orientali, sulle pareti e sui piani d’appoggio oggetti di varie provenienze: ceramiche persiane, vetri di Murano, statuette, gessi, bronzi, servizi da toilette in argento di Buccellati, animali di ogni genere, collezioni di pugnali e spade.
Oggi si trovano sanitari, rubinetti, rivestimenti, persino i piatti doccia colorati, ma quella vasca blu del 1931 fa capire quanto D’Annunzio fosse animato da un vero spirito di designer. “Io sono un migliore arredatore
e tappezziere che poeta e scrittore”, così disse di sé; personalmente condivido.

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