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Questa tettoia fai da te è costituita da una travatura leggera che sostiene la copertura di plexiglas in modo da non appesantire il tetto, avere luce negli ambienti interni e riparare il balcone
Talvolta i tetti sono conformati in modo che non riescono ad offrire una sufficiente protezione per gli infissi di casa. Nel caso in questione, inoltre, la presenza di un terrazzino rendeva particolarmente utile la realizzazione di una tettoia fai da te che tenesse più lontani possibile gli schizzi della pioggia battente.
Con queste premesse è possibile progettare e realizzazione una tettoia fai da te che risponda a tre precise esigenze: essere esile, per non opprimere lo spazio limitato del balconcino, ma sufficientemente robusta per sostenere il carico della neve; non diminuire la già esigua luminosità degli ambienti interni; rientrare quanto possibile nello stile dell’estetica del caseggiato.
Per l’ultimo punto la scelta è caduta su una struttura di legno, che riprendesse la travatura del tetto principale; per la luminosità è stato scelto di applicare una pannellatura di plexiglas, che permette anche il contenimento dei pesi rendendo più che sufficiente il sostegno di un’orditura di travetti di piccola sezione.
Tettoia fai da te – Il progetto
Tettoia fai da te – La costruzione
- I travetti, molti ricavati dallo smembramento di bancali, sono piallati, tagliati e infine preparati per gli incastri con un efficacissimo seghetto a lama vibrante.
- La parte di tettoia che forma la falda inclinata va costruita per prima; il montaggio è più comodo e preciso se si esegue su un piano d’appoggio.
- La falda inclinata è sostenuta da saette che si inseriscono in un supporto verticale fissato a parete con tasselli per infissi. La struttura viene bloccata ai lati con strettoi per controllarne gli allineamenti e infine provvedere al fissaggio definitivo sui travi laterali con viti autofilettanti, previo foro e svasatura.
- Per uniformità con le orditure a vista del tetto principale, i travetti della piccola tettoia sono scuriti con due mani di protettivo impregnante color noce scuro, intercalate da una passata leggera di carta vetrata fine, solo sulle saette e i montanti a parete: dopo la prima mano il legno rizza il “pelo” e con questa passata si ottengono superfici molto lisce, gradevoli al tatto, facili da tener pulite.
- La foto mostra l’andamento del tetto principale che in quel punto lascia scoperto il terrazzino: da lì la necessità di una seconda struttura protettiva.
- La copertura è affidata a due pannelli di plexiglas spessi 10 mm, fissati con viti a testa svasata.
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