Legno truciolato | Caratteristiche e utilizzo nei dettagli

 

Il truciolato è un legno artificiale che si ottiene partendo da materie prime di basso costo per produrre pannelli economici, utilizzati in prevalenza come materiale per mobili su vasta scala.

Lo spessore dei pannelli di truciolato varia da 4 a 30 mm e, con additivi speciali, possono diventare ignifughi oppure idrofughi, con una resistenza maggiore nei confronti del fuoco e dell’umidità. Il tipo di collante utilizzato per tenere insieme i trucioli e la possibile presenza di particelle metalliche sfuggite alla cernita del materiale di riciclo, lo rendono piuttosto resistente al taglio, tant’è che una comune lama tende a perdere rapidamente il filo, per questo è preferibile utilizzare lame al widia. L’inserimento di viti vicino ai bordi va effettuato previa svasatura del foro, perché la testa della vite, avendo sezione conica, può agire da cuneo e causare la rottura del bordo stesso.

Legno truciolato – è utile sapere che

come si fa il truciolare
◆ Il truciolato viene formato a partire da un nucleo di frammenti di legno più grossolani e radi rivestito da due strati di polveri più fini e compatte poi pressati a caldo. I pannelli risultano così lisci, ma abbastanza leggeri.
◆ I residui di legno vengono sminuzzati finemente in un processo a umido. Una macchina comprime e cuoce la pasta su rulliere, nastri e griglie d’acciaio fino a ottenere sottili pannelli.

Legno truciolato – Le caratteristiche

lavorazione legno truciolato

  1. Taglio: occorrono attrezzi da taglio affilati e veloci per recidere le fibre senza staccarle dal conglomerato. L’ideale è la circolare con disco di widia oppure il seghetto alternativo con lama a denti fini, per metalli.
  2. Spinatura: è il metodo di unione più usata con il truciolare. Le forature devono essere molto precise nel posizionamento, le sedi delle spine devono essere larghe e profonde solo lo stretto indispensabile.
  3. Unione con lamelli: gli intagli  devono essere molto precisi se fatti in prossimità del bordo dei pannelli. La resistenza alle sollecitazioni viene affidata alla colla che satura la struttura porosa del truciolare.
  4. Finitura:  per uniformarne l’assorbimento, specie in corrispondenza dei tagli, è bene stendere, prima della pittura, una mano di cementite che funziona da aggrappante e uniforma le superfici.
  5. Avvitatura: l’unione del truciolare con viti deve essere eseguita con alcune accortezze. Per esempio è meglio forare e fresare la svasatura prima di inserire la vite, soprattutto in prossimità dei bordi per evitare che si comportino da cuneo rompendo il margine del pannello.
  6. Tenuta delle viti: varia in funzione della loro posizione, quelle inserite perpendicolarmente al piano offrono maggiore resistenza perché fanno presa nello strato superficiale più compatto, mentre quelle inserite nello spessore trovano fibre più grossolane e meno consistenti.

Truciolato nobilitato

truciolato nobilitato
Il truciolato “nudo” viene usato raramente nei mobilifici. Ha più successo quello rivestito (nobilitato) con fogli di piallaccio pregiato, spesso preverniciato e protetto con fogli adesivi, oppure con laminati plastici resistenti che riportano disegno e tinta delle venature del legno. I bordi si rifiniscono con nastri melamminici termofusibili.

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